Emergenza Covid, il piano per somministrare mezzo milione di dosi di vaccino al giorno è allo studio. Al momento il problema principale è soprattutto la scarsità di vaccini. È di ieri, infatti, la notizia che AstraZeneca ha aggiunto un nuovo taglio a quelli già annunciati: dovevano arrivare 566 mila dosi, ne sono state consegnate 60 mila in meno. Una sforbiciata del 10,6% definita “gravissima” dal segretario del Pd Nicola Zingaretti.
Emergenza Covid. Il problema delle dosi e dei tempi
L’ulteriore taglio delle dosi di vaccino da parte di AstraZeneca non è certo una buona notizia. Ma oltre alle dosi manca anche la velocità nella vaccinazione: su 4 milioni e 692 mila dosi consegnate ne abbiamo somministrate finora 3 milioni e 439 mila. Il 73,3%. Occorre tenere da parte le fiale necessarie per i richiami, certo. Ma forse non sono 60 mila dosi in più o in meno a fare la vera differenza. Nel secondo trimestre di quest’anno è prevista la consegna di 64 milioni di dosi. E, senza un cambio di passo radicale, il problema potrebbe diventare proprio l’effettivo utilizzo dei vaccini. Il presidente del Consiglio Mario Draghi aveva detto che “abbiamo il dovere di rendere possibili le vaccinazioni in tutte le strutture disponibili, pubbliche e private”. La traduzione delle sue parole è nella lista dei punti di somministrazione alla quale sta lavorando la Protezione civile.
I possibili punti per la somministrazione dei vaccini
Le stazioni ferroviarie. Sono circa cento, scegliendole tra quelle che appartengono alla società Centostazioni. Una lista che comprende gli scali di città importanti come Brescia, Padova, Parma, Salerno. E anche le stazioni secondarie delle grandi città, come Milano Porta Garibaldi, Roma Ostiense e Napoli Afragola. Si potrebbero aggiungere anche le grandi stazioni come Milano Centrale, Roma Termini o Torino Porta Nuova. Ma non è detto, visto che anche in questi mesi di vita e spostamenti a scartamento ridotto sono comunque luoghi affollati.
I parcheggi dei grandi centri commerciali. Qui nella lista dei candidati ci sono 955 strutture, alle quali vanno aggiunti 33 outlet. Arruolate le caserme dei vigili del fuoco, in linea di massima una per provincia. E gli spazi dei 41 aeroporti e dei 32 porti commerciali italiani. Con la possibile aggiunta anche di alcuni dei 228 porti turistici. L’obiettivo annunciato è fare mezzo milione di somministrazioni al giorno. Utilizzando anche i 40 mila medici di famiglia, con l’accordo ormai pronto.
Emergenza Covid. Il probabile addio alle primule di Arcuri
Questo elenco della Protezione civile dovrebbe avere, come effetto immediato, l’archiviazione delle famose primule, i padiglioni provvisori voluti dal commissario all’emergenza Domenico Arcuri. Al momento le primule sono congelate. Il bando è scaduto il 5 febbraio, due giorni prima Draghi era salito al Quirinale e aveva accettato l’incarico di formare il nuovo governo. Sono quattro le offerte arrivate, tutte da associazioni temporanee di imprese. Il vincitore non è stato scelto, e forse non ci sarà mai. Specie ora avendo davanti la lista delle strutture già esistenti e pronte all’uso alla quale sta lavorando la Protezione civile.
Nell’elenco c’è anche una struttura della polizia in ogni provincia. E anche i locali delle organizzazioni nazionali di volontariato: nell’elenco nazionale della Protezione civile sono in tutto 49, dalla Caritas all’Associazione Nazionale Carabinieri. Si dovrebbero aggiungere anche quelle locali, che sono anche di più. Con un totale di 300 mila volontari che potrebbero essere utilizzati sia per le attività strettamente mediche, se qualificati per questo compito, sia per quelle logistiche e di sicurezza.
Vi sono, poi, le strutture della Croce rossa, come quella già operativa a Roma nel parcheggio dell’aeroporto di Fiumicino. E ancora 70 strutture della Difesa, come il drive through (dove i pazienti vengono serviti senza scendere dall’automobile, ndr) della Cecchignola, la città militare alle porte di Roma, che finora è stato utilizzato per i tamponi e che a regime potrà fare 2.500 iniezioni al giorno. Un altro aiuto potrebbe arrivare da mille tende della Protezione civile, lo stesso tipo utilizzato oggi per i triage (in un ospedale, la scelta, tra più pazienti, di quelli maggiormente bisognosi di cure, ndr) davanti agli ospedali.
Sempre con la speranza che i vaccini vengano consegnati come da accordi.
Stefano Vori