La presentazione dell’opera di Bruther Studio stamattina da Mendrisio. Botta: “L’architettura può essere etica”
Una struttura quadrata in vetro e acciaio, sormontata da festoni neri. Un richiamo all’essenzialità e alla delicatezza che rompe l’anonimato circostante. E’ il Centro culturale e sportivo Saint Blaise, realizzata in un quartiere popolare parigino da Bruther Studio. Formato dalla coppia di architetti francesi Stéphanie Bruè e Alexandre Theriot, l’opera vincitrice è stata presentata ufficialmente questa mattina. Una idiretta streaming dall’auditorio del Teatro dell’Architettura di Mendrisio.
Bruther Studio, il perché del premio spiegato da Mario Botta
Dopo la proiezione del video girato sulla struttura in pieno giorno, mostrandone l’impatto estetico, l’intervento di Mario Botta, presidente della giuria. “Il centro è costruito con i canoni del registro linguistico aulico dell’architettura. Riesce però a dialogare con lo spazio che la circonda, grigio e povero. La trasparenza dei vetri alla sera illuminano il cosiddetto spazio di transizione. Dove di giorno i bambini giocano e la sera la gente passa per andare altrove”.
Bruther Studio e la ricerca di una “architettura etica”
Lo Studio Bruther di Parigi, da anni si muove nell’ottica dell’architettura sociale. Lo fa impegnandosi nell’ambito della ricerca, della didattica, dell’urbanistica e del paesaggio. Queste le dichiarazioni rilasciate dai due fondatori, Bruè, classe 1973, e Theriot, nato nel 1972. “Nei nostri progetti ricerchiamo l’ equilibrio tra strategia e forma, rigore e libertà. Lavori che si distinguono per le infrastrutture aperte che si adattano alla ricchezza di possibilità offerte dal contesto e alla flessibilità d’uso”.
Il premio Swiss Architectural Award
Istituito nel 2007, lo Swiss Architectural Award, dall’edizione 2019-2020 è promosso dalla Fondazione Teatro dell’architettura. La sua mission è quella di promuovere una cultura architettonica contemporanea che possa combinare la valenza etica a quella estetica. Che, anzi, considera i due elementi indispensabili l’una all’altra e non in contrapposizione. Attenta all’equilibrio ambientale e in grado di dialogare e interagire con il tessuto sociale in cui viene collocata.
“Più importante la qualità che la sola funzionalità degli spazi”
Un’architettura, ha sottolineato ancora Botta, che miri alla qualità dello spazio, del servizio che viene erogato, del verde di cui si fruisce. Tutti elementi a cui l’architettura attualmente non presta attenzione. Interessata solo alla funzionalità e non alla qualità degli edifici. Condannando così interi quartieri alla bruttezza urbana.
Per questo, è stato sottolineato nel corso del dibattito che è seguito alla presentazione, con gli interventi dei giornalisti, è necessario alimentare sempre di più, con proposte innovative ed ecosostenibili ma anche pregevoli esteticamente, un dibattito pubblico su ciò che è chiamata ad essere l’architettura del futuro.
La giuria e il premio
La settima edizione del premio, organizzata dall’USI-Accademia di architettura di Mendrisio. ha visto riunite le tre Scuole di architettura svizzere. Sono: Università della Svizzera italiana – Accademia di architettura; Politecnico Federale di Losanna – Enac, Section d’Architecture, Politecnico Federale di Zurigo – Departement Architektur. Il sostegno organizzativo è curato dall’Università della Svizzera italiana – Accademia di architettura.
Il premio, che ammonta a 100.000 franchi svizzeri, è assegnato con cadenza biennale ad architetti che non abbiano ancora compiuto 50 anni e abbiano realizzato almeno tre opere significative. I candidati sono proposti all’attenzione della giuria da un comitato di consulenti internazionali, scelti tra architetti e critici di architettura di fama.
Anna Cavallo
La mostra in cui sono esposti i progetti presentati per l’edizione 2020 del Premio, è aperta al pubblico da domani, venerdì 2 aprile, fino al 24 dicembre 2021. Sede dell’esposizione: Auditorio del Teatro dell’architettura di Mendrisio (Canton Ticino). Si possono vedere i lavori di 33 candidati provenienti da 19 Paesi e le opere dello Studio Bruther con immagini e video del fotografo Enrico Cano.
Nella cover: Alexandre Theriot e Stepahnie Bruè. Foto Philip Dujardin