Benvenuti nell’universo narrativo di StoryLine. Il 3 maggio sarà celebrata la Giornata mondiale della libertà di stampa. Abbiamo perciò deciso di dedicare il racconto di oggi a tutti quei giornalisti vittima di violenza a causa del loro mestiere. Lo abbiamo fatto ispirandoci all’attualità.

Pioveva ma la pioggia non si poteva vedere quanto piuttosto era possibile carpirne il rumore. Questo pensava Davide Leoni dopo che della sua vista era rimasto ben poco ma poteva ancora sentire il suono dell’acqua a ricordargli che era ancora vivo. Aprì le finestre e sentì il profumo che gli inebriò la mente e lo portò a tempi passati quando i suoi occhi potevano ancora vedere. Sembrava un giorno come un altro fatto di ricordi quando il pianto di un ragazzino lo riportò alla realtà. In un primo momento decise di restare fermo poi la curiosità che da sempre lo avevo spinto nella vita anche questa volta gli chiese di andare a vedere. Davide era un giornalista che aveva pagato il suo prezzo per la libertà di stampa ma non aveva mai rinunciato a conoscere il mondo.

Libertà di stampa, la storia del giovane Carlo

Questa puntata di StoryLine è dedicata alla Giornata Mondiale per la libertà di stampa
Sono cieco rispose Davide, immagine realizzata dal pittore Sergio Totaro

Ehi ragazzo che succede?”, chiese poco dopo scendendo nel cortile del suo palazzo, “ti ho sentito piangere”. “Mi hanno picchiato non si vede l’occhio nero e il labbro spaccato?”. Sono cieco”, rispose Davide rendendosi improvvisamente conto della sua menomazione. “Ci mancava solo uno che non vede!”, esclamò il ragazzo. “Hai ragione non ci vedo ma so ascoltare molto bene”, disse Davide toccandogli delicatamente la spalla, dopo essersi avvicinato con il suo bastone. “Mi chiamo Carlo”, rispose tranquillizzandosi, “dei bulli mi hanno picchiato a causa del giornale”. “Quale giornale?”, chiese stupito Davide. In quel momento gli si apri il suo vecchio mondo fatto di guerra, trafficanti di uomini e nessuna libertà di stampa.

“Quello della scuola”, affermò Carlo,” sono un piccolo redattore. Da grande mi sarebbe piaciuto fare il giornalista ma mi picchiano sempre tutti”. “Esiste una cosa che si chiama libertà di stampa ma non tutti la capiscono”, rivelò Davide al ragazzo. “Cos’è?”, chiese Carlo. “La libertà di esprimere il proprio pensiero e di informare senza che nessuno ti possa cancellare il pezzo, censurarlo e nel tuo caso picchiarti”. “Ehi ma come sai tutte queste cose?”. “Sono uno che ha detto la verità parecchie volte”. Davide decise di lasciare la conversazione perchè il peso del passato si stava facendo sentire. Di nuovo gli veniva a bussare quella paura che aveva provato due anni fa mentre sparavano al suo collega e lui veniva accecato. Di nuovo sentiva l’odore del sangue che credeva di aver lui stesso provocato.

L’amico Jules

Questa puntata di StoryLine è dedicata alla Giornata Mondiale per la libertà di stampa
Ho letto tante cose di te su internet, immagine realizzata dal pittore Sergio Totaro

Il giorno dopo era di nuovo in casa mentre la sorella gli preparava il pranzo ripensando a quella conversazione. Gli si era infatti improvvisamente acceso qualcosa che aveva cercato di spegnere e che ora voleva fare nuovamente scomparire. Poi d’improvviso il vibrare della porta dopo un’incessante battito gli rivelò che era arrivato qualcuno. “Sono Carlo”, disse poco dopo il giovane ragazzo del giorno precedente, “ho saputo che anche tu sei un giornalista e mi piacerebbe intervistarti.Io non ho niente da raccontare”, disse Davide rattristato. “Io letto tante cose di te su internet e del tuo collega Jules Martin”. Davide rimase in silenzio.

Stava per mettere Carlo alla porta ma poi si ricordò che infondo era solo un ragazzino per cui si inventò la scusa di un improvviso malore per mandarlo via. Decise per tutta la giornata di non pensarci più e poi comportarsi come se non fosse accaduto nulla. Poi vide il giorno seguente nuovamente Carlo in cortile sconsolato. “Ancora a caccia di scoop”, disse quando qualche minuto dopo gli si fu nuovamente avvicinato. Davide aveva pensato in fondo di accontentare la curiosità del ragazzino raccontando la sua storia. ”Se ne andato via per salvarmi. Era solo uno stupido”, concluse dopo che Carlo ebbe insistito con alcune domande su Jules.

Senza libertà non c’è democrazia

La mattina seguente venne a sapere da un vicino che Carlo aveva fatto il suo primo articolo di cronaca pubblicando la sua storia sul giornale della scuola. “Che cosa hai combinato?”, gli rimproverò Carlo quando venne a invitarlo in classe. “La mia storia era mia e tua”, continuò. “Io volevo solo farti conoscere e far conoscere un grande giornalista, dimostrare che non scrivo solo bugie come pensano i miei compagni. Mi sono pure quasi preso le mazzate un’altra volta”. Davide gli chiese scusa e di restare da solo. Qualche minuto dopo fissò la foto di Jules. “Non posso.. non ne posso più”, si ripetè. Poi si ricordò del sacrificio di Jules che gli salvò la vita in Libia e delle sue parole.

Jules mi diceva che un vero giornalista va fino in fondo in nome della verità”, disse il giorno seguente mentre era nell‘aula di Carlo. “Oggi voglio dirvi che ognuno ha il diritto di parlare e di esprimere la propria opinione sui mezzi di formazione. A volte un giornalista per difendere la libertà rischia anche di prendere qualche mazzata come Carlo o addirittura la vita. Questo non perchè si deve fare a tutti costi lo scoop ma per la corretta informazione. Ho avuto paura volevo non venire qui perchè mi sentivo in colpa per Jules , per la sua morte, per non averlo fermato in tempo. Poi l’incontro con Carlo mi ha ricordato il nostro sacro dovere: Dire sempre la verità. Per questo Jules è veramente morto e per ricordarmi questo Carlo è venuto da me”.

Stefano Delle Cave