La Treccani eliminerà tutti i sinonimi dispregiativi della parola “donna” in favore di espressioni che ne valorizzino lo status sociale e intellettuale. La decisione è stata presa dopo la richiesta di 100 firmatarie che avevano lanciato l’appello.
La Treccani ha eliminato tutti i vocaboli con connotazione dispregiativa associati alla parola donna. Cercando un sinonimo di donna, nella versione online del vocabolario Treccani, non si troveranno più parole come “cagna” o “zoccola”. A seguito di questa revisione, alla parola “donna” saranno attribuiti i traguardi intellettuali e sociali. Questa decisione si allinea con la nuova politica che la Treccani sta cercando di perseguire, rinnovandosi in concomitanza con i cambiamenti del costume e della società. Il vocabolario online di Treccani ha giustificato la propria scelta di attuare questa revisione. “In molte espressioni si riflette un marchio misogino che una cultura plurisecolare maschilista, penetrata nel senso comune, ha impresso sulla concezione della donna”.
La nascita della revisione
L’opera di revisione ha preso piede a seguito di un dibattito, avvenuto mediante una serie di lettere, tra un gruppo di attiviste guidate da Maria Beatrice Giovanardi e Valeria Della Valle. La Giovanardi era già promotrice dell’intervento sulla parola woman nell’Oxford Dictionary. Valeria Della Valle invece, è la direttrice del vocabolario Treccani e condirettrice del Nuovo Treccani. Un dibattito costruttivo tra donne nel quale è stato posto sotto i riflettori un problema radicato nella storia della parola e del genere femminile stesso. “La voce “donna”, che contempla già le espressioni relative ai diritti, all’emancipazione e ai movimenti di liberazione delle donne, ha bisogno di ritocchi che aggiungeranno frasi entrate nell’uso relative al ruolo della donna nel campo lavorativo e professionale”. Ha affermato Della Valle.
Le parole delle due attiviste
In merito a questa scelta di rimuovere i termini offensivi, le due attiviste hanno espresso le loro opinioni. Secondo la Giovanardi “ne sarebbe contenta Simone de Beauvoir, che auspicava un ruolo per la donna non più di secondo sesso ma di femme indépendante. Con questo gesto di rispetto Treccani ha aiutato a chiudere il ciclo della subalternità della donna al sesso maschile, alimentato anche da un ingiusto uso della parola”. Maria Beatrice Giovanardi ha inoltre ringraziato i cento firmatari della lettera e Treccani per aver accolto le richieste. Non sono poi mancate le parole di Valeria Della Valle. “Pur non avendo io né diretto né lavorato mai a questo dizionario, ho condiviso con alcune delle firmatarie della lettera la necessità di fare qualche cambiamento e qualche taglio. I dizionari devono testimoniare l’uso scritto e parlato, buono e cattivo, rispettoso e volgare, naturalmente avvertendo quando si tratta di usi offensivi”, ha affermato.
Le nuove sfide da affrontare
Le due donne, che hanno portato a termine una piccola rivoluzione lessicale, devono affrontare altre sfide e raggiungere nuovi traguardi. Maria Beatrice Giovanardi si dedicherà alla missione di continuare a battersi per “un linguaggio inclusivo, contro le parole d’odio e la discriminazione”. Porrà in particolare l’accento sul digitale e sulla tecnologia. Mentre il prossimo obiettivo per Valeria Della Valle è quello di realizzare un “vocabolario al passo coi tempi, sempre rispecchiando gli usi e i modi della lingua parlata e scritta, documentati e condivisi dalla comunità dei parlanti”.
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