Oggi, 17 giugno 1882, nasceva Igor Stravinskij uno dei massimi compositori russi del Novecento. Innovatore musicale, ha rivoluzionato il sistema ballettistico. Riconducibile alla collaborazione con Sergej Diaghilev, infatti, la fondazione dei “Balletti Russi”.
Intrapresi tardivamente gli studi musicali, Stravinskij dimostrerà di essere un eccellente musicista sviluppando notevoli doti compositive. Noto il rinnovamento apportato all’orchestrazione tradizionale nonché al balletto con l’utilizzo di stili compositivi e linguaggi musicali innovativi. La sua sarà così un’impronta che lascerà il segno non solo nei compositori contemporanei, ma anche in quelli postumi.
Stravinskij, il successo e i “Balletti Russi”
Figlio di Fedor Stravinskij, cantante lirico, Igor nasceva a Oranienbaum (presso Pietroburgo) il 17 giugno 1882. Fin da piccolo studia pianoforte, ma intraprenderà gli studi musicali solo tardivamente completandoli sotto la guida del compositore, Nikolaj Rimskij Korsakov. Risalgono infatti a questo periodo le prime composizioni del giovane Stravinskij: “Sinfonia in mi bemolle”; “Il fauno e la pastorella”; “Feu d’artifice”; “Scherzo Fantastique”. Proprio le ultime due opere attireranno l’attenzione dell’impresario Sergej Diaghilev durante un concerto nel 1909. Risale all’anno successivo il primo commissionamento da parte dello stesso impresario per la composizione del balletto “L’uccello di fuoco”, tratto da una leggenda popolare russa. Il balletto andrà in scena a Parigi nel maggio 1910, riscuotendo un gran successo.
Affermatosi sulle scene musicali europee ed avendo portato al successo la compagnia dei “Balletti Russi”, Stravinskij collaborerà con Diaghilev alla composizione di altri capolavori come “Petruska” e “Sacre du printemps“. Quest’ultimo, un’evocazione rituale della Russia pagana, nonostante lo sgomento del pubblico segnerà una data fondamentale nella storia musicale contemporanea. Una continua ascesa compositiva la sua che può essere catalogata in tre macro periodi: rispettivamente russo; neoclassico e seriale. Se in un primo momento la musica sembra aderire ad un programma, ad un soggetto, ad un testo; successivamente le sue composizioni acquisiscono un piglio “oggettivo”, classicheggiante, astratto. La musica diventa così protagonista e non più riflesso dell’azione scenica.
“L’uccello di fuoco”, una rivoluzione musicale
Dimostratosi una sintesi della produzione creativa di Stravinskij, la musica del balletto deve molto alle influenze di alcuni dei compositori degni di nota come Čajkovskij, Korsakov e Debussy. Ma per la potenza e l’arditezza della scrittura; per l’autonomia del dinamismo ritmico; per l’uso particolarissimo del timbro puro degli strumenti, “L’Uccello di Fuoco” si manifesta strettamente stravinskijano. Mondo magico e mondo umano vedono contrapporsi infatti una partitura orientaleggiante ad una dai motivi diatonici. Una cifra stilistica, quella di Stravinskij, che vede alternarsi l’effetto di corni e tromboni a quelli degli archi; senonché una particolare attenzione riservata agli accordi dei legni e degli ottoni. La musica si fa protagonista assoluta, dirigendo lei stessa il corso dell’azione scenica. Rivoluzione questa che si trasferirà anche sul terreno strettamente coreutico, a partire dal linguaggio rivoluzionario di Vaslav Nijinski.
Annagrazia Marchionni
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