Giorgio Morandi, pittore e incisore italiano, è sicuramente uno dei più noti e originali protagonisti della pittura italiana del Novecento. Considerato tra i maggiori incisori mondiali del secolo. Sintesi ed essenzialità sono i termini che scandiscono i contenuti pittorici nelle sue opere. Dedichiamo a lui il focus di oggi, a 57 anni dalla sua morte.
Figura solitaria, Morandi è un caso veramente straordinario di pittore isolato, al di fuori dei movimenti, con scarsissimi contatti con altri pittori e maestri del tempo. È anche un caso straordinario di un artista che ha praticamente dipinto quasi esclusivamente gli stessi soggetti. “Per me non vi è nulla di astratto: per altro ritengo che non vi sia nulla di più surreale, e di più astratto del reale.”
Giorgio Morandi: “La mia natura è incline alla contemplazione”
Morandi nasce a Bologna il 20 luglio 1890 e non si è praticamente mai spostato da Bologna o da Grizzana, una cittadina sull’Appennino dove passava le sue estati e che dal 1985 si chiama Grizzana Morandi proprio in suo onore. Primo di cinque figli, dimostra fin da bambino una precoce predisposizione per l’arte, di cui sono testimonianza alcuni piccoli dipinti. Morandi ha vissuto in via Fondazza, a Bologna, con la madre e le tre sorelle Anna, Dina e Maria Teresa. Dipinge sempre nella sua e solamente quando costruiscono nel 1960 la casa estiva a Grizzana ebbe un vero e proprio studio.
Dal 1907 al 1913 studia all’Accademia di Bologna. La sua prima esposizione personale avvenne nel 1914. Tra il 1918 e il 1919 Morandi espose con i futuristi, facendosi riconoscere per il suo stile metafisico. A partire dal 1920, la sua opera si concentra su pochissimi, modesti soggetti. Sono soprattutto le bottiglie e i paesaggi di Grizzana che vengono continuamente rielaborati e approfonditi. Dal 1928 è presente ad alcune edizioni della Biennale di Venezia, alle Quadriennali romane ed espone in varie città italiane ed estere. Dal 1930 al 1956 insegna all’Accademia delle Belle Arti di Bologna dove muore il 18 giugno 1964.
La semplicità potentissima degli oggetti e delle nature morte
Le opere giovanili di Morandi partono dalle riproduzioni di opere di Cézanne e proseguono al contatto con i futuristi e l’adesione alla corrente della Metafisica. Fin dagli esordi Morandi predilige come soggetti delle sue opere paesaggi, nature morte e fiori, che costituiranno poi i temi essenziali di tutta la sua opera. Bottiglie, vasi, caffettiere, fiori, ciotole e paesaggi dipinti per la stragrande maggioranza nella stessa stanza dove ha abitato per tutta la vita.
La sua pittura è una meditazione paziente, profonda, intellettuale degli oggetti. Morandi di fatto sembra attratto dall’atmosfera di meditazione e di silenziosa contemplazione di questi oggetti immobili. Il rigore formale che guida la sua produzione artistica infonde, anche agli oggetti più semplici e banali, una solennità pacata e austera.
Oggetti di uso quotidiano, sono spesso ritratti su un piano ravvicinato e ordinati secondo principi di composizione che rimandano alla pittura di nature morte. Questo consente al pittore di conservare la resa realistica dei propri soggetti malgrado la semplificazione delle loro forma. Morandi trasfigura “il mondo visibile”, in un processo mentale del tutto personale, per giungere “all’essenza delle cose”.
Giorgio Morandi scrisse: “Si può viaggiare per il mondo e non vedere nulla. Per raggiungere la comprensione è necessario non vedere molte cose, ma guardare attentamente ciò che vedi”.
Ilaria Festa
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