Sembra l’inevitabile epilogo di una storia già annunciata da tempo quella che porta alla chiusura dell’Apple Daily. Il giornale hongkonghese pro democrazia fondato dal tycoon dei media Jimmy Lai (in prigione da fine 2020 per aver partecipato ad alcune proteste pro democrazia nel 2019) chiuderà ufficialmente i battenti.
La notizia arriva dopo che nella scorsa settimana, il 17 giugno, 500 poliziotti erano entrati nella sede del giornale arrestando 5 dirigenti, tra cui il direttore Ryan Law, rovistando tra i computer dei giornalisti e congelando gli asset di 3 aziende legate al marchio bloccando di fatto una cifra pari a 18milioni di dollari hongkonghesi (2.3 milioni dollari americani). Nell’ultima settimana il giornale si era infatti lamentato di non poter più affrontare le spese di fonte al congelamento delle risorse.
L’arresto dei dirigenti e il congelamento degli asset dell’azienda era dovuto alla nuova legge sulla sicurezza nazionale che limita ampiamente la possibilità di protesta democratica ad Hong Kong e che nell’ultimo anno (è stata ratificata a giugno 2020) ha portato agli arresti di Jimmy Lai, Chow Hang Tung e molti altri attivisti e giornalisti. Gli arresti di settimana scorsa all’Apple Daily erano stati causati da “oltre 30 articoli” accusati di “mettere in pericolo la sicurezza nazionale”, citando Li Kwai-wah, capo della divisione di sicurezza nazionale della polizia.
In un comunicato il consiglio di amministrazione dell’Apple Daily ha quindi ufficializzato la chiusura:
“A causa della situazione attuale a Hong Kong, la versione stampata dell’Apple Daily terminerà la pubblicazione con l’ultima edizione di sabato 26 giugno 2021, e la versione digitale non sarà più accessibile dopo le 23 e 59 di sabato 26 giugno 2021. La compagnia ringrazia i lettori per il loro sostegno costante e i giornalisti, lo staff e gli inserzionisti per il loro impegno negli ultimi 26 anni”.
Apple Daily: la Storia
L’Apple Daily è stato fondato nel 1995 da Jimmy Lai, imprenditore cinese critico nei confronti del regime e che dopo il massacro di Piazza Tienanmen del 4 Giugno 1989 si è posto come leader del movimento pro democrazia ad Hong Kong (all’epoca ancora britannica). Il giornale è presto diventato tra i più popolari di tutta Hong Kong e ha mantenuto i suoi valori democratici e critici verso il regime comunista nonostante le continue strette del regime su Hong Kong fino alla chiusura.