Il 25 giugno 1947 si pubblicava per la prima volta il “Diario” di Anne Frank. Quel quaderno, regalatole per il suo compleanno, diventerà una delle più importanti testimonianze della Shoah.
Il giorno del suo tredicesimo compleanno Anne riceve per regalo un diario. Appassionata di scrittura, quel quaderno diventerà il suo più grande confidente ma anche scrigno di un’importante ed orrenda testimonianza, la furia nazista. Con la salita al potere del nazismo, Anne e la famiglia abbandonano la Germania e si trasferiscono ad Amsterdam (Olanda). Ma la furia violenta dei nazisti arriverà presto anche lì. L’intera famiglia Frank sarà così costretta a nascondersi in un appartamento segreto. Da qui, il diario della giovane Anne Frank si fa sempre più racconto di una vera e proprio clausura fatta di giornate passate a pelare patate, declamare poesie, leggere, scrivere, discutere, aspettare buone notizie e abituarsi a non temere il peggio.
Il “Diario” di Anne Frank, il quaderno fattosi storia
Da sempre la piccola Anne sogna di diventare una scrittrice e giornalista; un sogno che sembra concretizzarsi quando nel marzo 1944 sentirà alla radio un membro del governo olandese in esilio, Gerrit Bolkestein, chiedere ai suoi concittadini di conservare qualunque scritto testimoniasse l’occupazione tedesca. È qui che Anne comincia a lavorare al “Diario” come se fosse un lavoro, sperando che al termine del conflitto avrebbe potuto pubblicarlo. Il titolo sarebbe dovuto essere “L’Appartamento segreto”. Fino al giorno del suo arresto (4 agosto 1944), Anne lavorerà al “Diario” in maniera parallela: una versione originale e spontanea, quella propriamente del diario ed una romanzata, copiata e rimaneggiata su fogli sparsi.
“Immagina come sarebbe interessante se pubblicassi una versione romanzata de “L’Appartamento segreto”. Il titolo farebbe pensare a un romanzo giallo. Ma, seriamente, sarebbe piuttosto buffo se, 10 anni dopo la guerra, noi ebrei parlassimo di come abbiamo vissuto, di cosa abbiamo mangiato o di cosa abbiamo parlato mentre vivevamo qui. Anche se ti dico tante cose, sai ancora solo una piccola parte di com’è la nostra vita” – queste le parole ignare di Anne Frank. Dopo l’arresto e conseguentemente alla sua morte prematura, sarà il padre a riordinare il “Diario” di Anne al fine di farlo pubblicare. La sua prima pubblicazione, nel 1947 con il titolo olandese “Il retrocasa”. Con la pubblicazione nel 1952 negli Stati Uniti il racconto diventerà un bestseller e verrà tradotto in più di 70 lingue.
Dubbia veridicità o negazionismo?
Sin dagli anni successivi il conflitto mondiale, il “Diario” finisce nel mirino di quei negazionisti che sostengono la postuma stesura rispetto al periodo storico riferito. Molti, infatti, coloro che sostengono che il “Diario” sia stato scritto con una biro, smentito però da numerose verifiche. Altra obiezioni riguarda invece il racconto del 9 ottobre 1942 in riferimento all’esistenza delle camere a gas; anche questo smentito ancor prima che il “Diario” diventasse racconto. Solo alla morte del padre, Otto Frank, il “Diario” originale verrà acquisito dall’“Istituto dei Paesi Bassi per la documentazione di guerra” e verrà sottoposto a perizia forense attestandone l’autentica veridicità una volta per tutte (1986).
Annagrazia Marchionni
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