Nasceva oggi, 7 luglio il poeta e drammaturgo Vladimir Majakovskij. Un vero e proprio rivoluzionario, che eserciterà una grande influenza sui movimenti artistici russi d’avanguardia. Tra le sue opere: “La nuvola in calzoni“; “Il flauto di vertebre” (1915); “Mistero buffo” (1917).

Nato il 7 luglio 1893 a Bagdadi (Georgia), Vladir Majakovskij sarà un giovane ribelle. Ancora adolescente militerà infatti nel partito bolscevico e più volte si troverà coinvolto in azioni sovversive che lo condurranno all’arresto. Iscrittosi all'”Accademia di Pittura, Scultura e Architettura di Mosca“, verrà presto espulso a causa del suo coinvolgimento con il movimento dei cubofuturisti. Nel 1913, la sua prima pubblicazione “Ja!“, raccolta di poesie messa in scena in un teatro di San Pietroburgo. Accogliendo i principi rivoluzionari nel 1923 fonderà il LEF, “Fronte di sinistra delle arti” dove circuiteranno artisti, poeti, registi, scenografi e tutti coloro fossero vicini al movimento futurista. La strenua battaglia mossa contro di lui, le delusioni amorose e politiche lo spingeranno al suicidio il 14 aprile 1930.

Vladimir Majakovskij, una vita rivoluzionaria

Facendo della sua arte strumento di provocazione verso una società meschina, Majakovskij abbraccerà le idee e i principi del cubofuturismo russo firmando il manifesto “Schiaffo al gusto del pubblico” (1912) insieme all’amico Chlebnikov. La sua una rivoluzione non solo ideologica, ma anche strettamente sintattica e lessicale. Sua opera maggiore sarà “La nuvola in calzoni” (1915), in cui si enuclea un iperbolico intreccio tra amore e società. Tema questo che ricorrerà anche nelle successive opere: “Il flauto di vertebre“; “La guerra e l’universo” (1915); “L’uomo” (1916-1917) e in una chiave biblica nella commedia “Mistero buffo” (1917).

La sua sarà una vera e propria lotta al passato, tanto da organizzare incontri di lettura nelle officine e nelle fabbriche al fine di formare una coscienza futurista anche tra gli operai. È proprio su questa scia che nel 1922 fonderà il  “Fronte di Sinistra delle Arti“; questo al fine di garantire la costruzione di una nuova cultura. La sua, un’ampia produzione: da odi d’intonazione oratoria a versi di propaganda commerciale e politica, poesie satiriche, scenari cinematografici; per giungere poi a pantomime, canovacci per scene di circo, commedie. Un’arte schietta e sopraffina che incorrerà in numerose controversie tanto da spingere il tormentato Vladir Majakosvkij al suicidio.

Majakovskij, “Spettacolo-concerto”

Carmelo Bene “Quattro modi di morire in versi” – omaggio a Majakovskij

Grande ammirazione per l’avanguardia poetica del controverso Majakovskij da parte dello straordinario attore, Carmelo Bene. Il suo “Spettacolo-concerto Majakovskij“, un duo recitato dallo stesso Carmelo Bene con musiche di Sylvano Bussotti. Numerose le repliche, anche in versioni musicali differenti. Tanto il successo, che nel 1974 lo spettacolo approderà in televisione con il nome di “Quattro modi diversi di morire in versi: Blok-Pasternak-Esenin-Majakovskij“, dove la malinconia; la disillusione di quei poeti post rivoluzionari si sintetizzeranno nella voce acrobatica di Bene.

Annagrazia Marchionni

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