Andy Warhol, pittore, scultore, grafico, sceneggiatore, scrittore, musicista, fotografo, regista. Tutto questo e moltissimo altro potrebbe descrivere la personalità e il genio di questo artista americano. Oggi è l’anniversario della sua nascita e noi gli dedichiamo il primo articolo della Rubrica Arte di Agosto. In particolare ci focalizzeremo su una serie di suoi “Autoritratti”, i “Self Portrait”, immagini personali di un artista ossessionato dalla fama e dalla morte.
Scomparso troppo presto, a 34 anni. a New York il 22 febbraio 1987, è stato un artista poliedrico, icona e leggendario padre della pop art, nonché uno dei più influenti e avanguardisti artisti del XX secolo. Eccentrico, stravagante e vanitoso, Andy Warhol è soprattutto uno degli artisti più famosi di tutti i tempi, ossessionato dalla riproducibilità dell’arte e spinto dal desiderio di rendere popolare ogni espressione artistica.
Vita di un genio eclettico
Andy Warhol, nasce a Pittsburgh, in Pennsylvania, da una famiglia di immigrati slovacchi il 6 agosto 1928. Tra il 1945 e il 1949 studia al Carnegie Institute of Technology della sua città. Si trasferisce poi a New York dove lavora come grafico pubblicitario presso alcune riviste: “Vogue”, “Harper’s Bazar”, “Glamour”. Fa anche il vetrinista e realizza le sue prime pubblicità per il calzaturificio I. Miller.
Nel 1952 tiene la prima personale alla Hugo Gallery di New York. Nel 1956 espone alcuni disegni alla Bodley Gallery e presenta le sue Golden Shoes in Madison Avenue. Intorno al 1960 Warhol comincia a realizzare i primi dipinti che si rifanno a fumetti e immagini pubblicitarie. Nei suoi lavori compaiono Dick Tracy, Popeye, Superman e le prime bottiglie di Coca Cola.
Inizia a utilizzare la tecnica di stampa impiegata nella serigrafia nel 1962, rivolgendo l’attenzione alla riproduzione di immagini comuni, che diventano “icone simbolo” del suo tempo e non solo. Il 9 luglio 1962 espone in mostra a New York le “Campbell’s Soup Cans”. Nasce la Pop-art. Il 22 febbraio 1987 a New York, durante un’operazione chirurgica alla cistifellea, muore a soli 34 anni.
Andy Warhol e i Self Portrait: “Nel futuro ognuno sarà famoso per 15 minuti”
Le opere “Self Portrait” di Andy Warhol, rappresentano in pieno l’evoluzione dell’artista, ossessionato dalla fama e dalla mortalità. Comincia a lavorare sugli autoritratti nel 1963, ma vedono la loro prima comparsa solo a partire dal 1964. Immagini coloratissime e profondi contrasti. In ognuno dei “Self Portrait”, Andy Warhol appare diverso. Ne vediamo insieme alcuni, probabilmente i più famosi e significativi per il suo percorso artistico.
Self Portrait, 1964
Il primo Self Portrait di Andy Warhol. Per questo lavoro l’artista utilizza una serie di scatti fotografici che lui stesso aveva effettuato nella cabina di un Centro Commerciale nel 1963. Commissionato dalla collezionista d’arte Florence Barron, diventa una serie di opere in diverse pose dove l’artista indossa occhiali scuri ed impermeabile atteggiandosi da celebrità. Lo sfondo azzurro contrasta con il nero usato della figura.
Autoritratto 1966-1967
Nel 1967, usando una fotografia di Rudolph Burkhardt, Andy Warhol crea una nuova versione di immagine. In questa serigrafia Warhol assume una posa di riflessione con una mano appoggiata sul mento come se fosse in un momento pensieroso L’aspetto dell’autoritratto è sterile e piatto perchè privo di espressioni.
Autoritratto 1967 (Seconda Serie)
In questa seconda serie, realizzata sempre nel ‘67, l’immagine dell’artista risulta più distinta. Warhol appare qui di profilo a tre quarti, con lo sguardo sfuggente all obiettivo. A differenza degli altri “Self Portrait” in questo l’artista si mostra timido ed introverso. Ci sono poche copie di quest’opera.
Self Portrait 1977
Pezzo unico di una serigrafia su carta che Andy Warhol realizza nel 1977. In questo self portrait l’artista della pop art è rappresentato in monocromia con lo sguardo malinconico rivolto fuori dalla camera.
Self Portrait, Strangulation 1978
Autoritratto realizzato con la tecnica serigrafica su tela e pittura acrilica.In questo “Self Portrait”, intitolato “Strangulation”, Warhol riproduce la propria immagine mentre simula il proprio strangolamento. Come per le altre sue opere, propone diverse combinazioni di colori.
Self Portrait in Drag
L’inizio degli anni 80 vede la collaborazione di Andy Warhol con il fotografo Christopher Makos che lo aiuta a realizzare una serie di scatti rinominati “Self Portrait in Drag”. La costruzione di un’altra identità era forse quello che affascinava di più l’artista, pensando al mondo delle Drag.
Self Portrait 1986
Ultima versione degli autoritratti che ha creato l’artista americano prima della sua morte ed è stata definita come una delle più iconiche, profonde e commoventi. Chiamate anche “Six Self Portrait”, Warhol ha realizzato di questa immagine 6 varianti con colori diversi, in occasione di una mostra alla Anthony D’Offay Gallery di Londra. Invecchiato e senza filtri, con una delle sue parrucche spettinate ad incorniciare il volto segnato dal tempo. La testa, con colori accesi, diventa una sagoma fluttuante, senza collo, dai tratti quasi spettrali esaltata ancora di più dallo sfondo nero.
Ilaria Festa
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