Il Coronavirus in Italia continua a far paura. La variante delta domina ormai su tutto il territorio e la campagna vaccinale, complici anche le vacanze estive, ha subito un forte rallentamento. Il governo, intanto, ha deciso di estendere l’obbligo del green pass anche ad altre attività. Da oggi – si legge su Repubblica – scatterà nelle mense aziendali e molti imprenditori minacciano già di sospendere il servizio. “Non si capisce la ratio della norma: sto col mio collega in stanza, ma non ci posso andare in mensa». Andrea Laguardia, responsabile del settore ristorazione di Legacoop è preoccupato. Temiamo che molte aziende, per non avere problemi, chiudano le mense. Mettendo a rischio il futuro di 20 mila lavoratori, già provati duramente dal Covid, dallo smart working, dalla Cassa integrazione, da un crollo drammatico del 60% di fatturato”.
La situazione – spiega a Repubblica il giuslavorist Maurizio Del Conte, è complicatissima, difficile tirare una linea dritta. Ma non giriamoci intorno: se mi imponi il Green Pass per lavorare, di fatto mi obblighi al vaccino. Difficile poi distinguere tra l’obbligo di Pass solo in mensa e l’obbligo per lavorare tout court». Qui il punto delicatissimo. «Il datore di lavoro non può conoscere i dati sanitari dei dipendenti, sarebbe illegittimo», spiega Del Conte. «Ma come si fa a separare la conoscenza del gestore della mensa – chiamato a controllare e pagare eventuali sanzioni – da quella dell’imprenditore? Se la mensa è fisicamente separata dagli uffici, forse è possibile considerarla come un ristorante esterno. Ma sappiamo bene che nella maggior parte dei casi non è così. La mensa, seppur data in appalto, è nei locali aziendali in situazione di promiscuità fisica. Il datore può cioè verificare de visu chi entra in mensa perché ha il Pass e chi viene respinto. Una situazione che può generare seri problemi di privacy”.
I problemi poi non sono solo di logistica – chi controlla e come, chi sostiene i costi dei controllori, chi paga le eventuali sanzioni – ma anche di natura giuridica e costituzionale. I sindacati guardano al Green Pass obbligatorio per accedere in mensa come al cavallo di Troia per introdurre l’obbligo di certificazione per lavorare. “La situazione è complicatissima, difficile tirare una linea dritta”, ragiona Maurizio Del Conte, giuslavorista, docente in Bocconi di Diritto del Lavoro. “Ma non giriamoci intorno: se mi imponi il Green Pass per lavorare, di fatto mi obblighi al vaccino. Difficile poi distinguere tra l’obbligo di Pass solo in mensa e l’obbligo per lavorare tout court.
Uscire dall’impasse sarebbe semplice per Del Conte: “Introdurre l’obbligo di vaccino per legge. La Corte Costituzionale ha già detto che è legittimo, data la situazione pandemica. Ma sembra che né il legislatore, né la politica vogliano assumersi questa responsabilità. Di qui l’impianto ipocrita, confuso e cerchiobottista delle norme attuali”. Al punto che i ristoranti interni agli alberghi sono esenti, le mense no. Gli addetti ad entrambi – camerieri, ristoratori – sì e gli impiegati no.