Emilio Salgari è stato uno dei più popolari scrittori italiani del Novecento. Nei suoi romanzi d’avventura ha dato vita a personaggi come Sandokan e il Corsaro Nero che, protagonisti di fumetti, film o celebri serie televisive, sono diventati icone della cultura collettiva italiana.

Scrittore di popolari romanzi d’avventura, ma anche considerato uno dei pionieri della narrativa fantascientifica italiana, Emilio Salgari nasce il 21 agosto 1862 a Verona in una famiglia di piccoli commercianti, madre veneziana e padre veronese. Nel giorno dell’anniversario della sua nascita dedichiamo un focus alla vita di questo grande scrittore dalla vita sfortunata.

Emilio Salgari, l’amore per il mare ispirazione per i suoi romanzi

Le tigri di Mompracem, illustrazione di Alberto della Valle (1900)
Le tigri di Mompracem, illustrazione di Alberto della Valle (1900)

Da ragazzo Salgari studia all’istituto nautico di Venezia ma non riesce mai a superare l’esame che gli avrebbe permesso di diventare capitano. Dedica molto tempo allo studio di mappe nautiche, manuali e cronache di viaggio, tanto da rendere credibili i suoi romanzi, grazie ad accurate descrizioni che conducono il lettore in luoghi esotici ai confini del mondo. Il primo lavoro di Salgari è “I selvaggi della Papuasia“. Questo racconto scritto a vent’anni, viene poi pubblicato in quattro puntate su un settimanale milanese.

Il Corsaro Nero (1898), 3ª edizione, 1904, illustrazione di Alberto della Valle
Il Corsaro Nero (1898), 3ª edizione, 1904, illustrazione di Alberto della Valle

Ancora giovanissimo Salgari torna a Verona per intraprendere l’attività giornalistica e letteraria. I suoi primi romanzi, “Tay-See” e “La tigre della Malesia”, vengono pubblicati a puntate nel 1883 sul piccolo giornale veronese “La nuova Arena”. Nel 1892, a trent’anni, Emilio Salgari sposa l’attrice di teatro Ida Peruzzi. Dopo la nascita della primogenita, Fathima, la coppia si trasferisce a Torino, città natale di Ida.  Nel 1884 pubblica a puntate il suo primo romanzo, “La favorita del Mahdi“, scritto sette anni prima, nel 1877.

Una ricca produzione letteraria ma poca fama e altrettanto pochi guadagni

Pubblica tra il 1892 e il 1898 una trentina di opere. Sono molti i suoi romanzi che hanno ottenuto quindi grande successo, ma a posteriori possiamo affermare che è a causa dell’ingenuità di Salgari che chi veramente beneficiò dei proventi furono gli editori. Per Salgari le difficoltà economiche furono una costante fino alla fine dei suoi giorni.

Emilio Salgari con la famiglia_photocredit:dueminuti diarte
Emilio Salgari con la famiglia_photocredit:dueminuti diarte

In Piemonte, Salgari comincia un’intensa attività letteraria. I suoi libri ottennero subito un grande successo di pubblico, tanto che nel 1897 lo scrittore viene insignito del titolo di “Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia”.  A Salgari possiamo attribuire anche il primo romanzo di fantascienza in Italia. Si tratta di “Le meraviglie del duemila” (scritto nel 1907) e racconta la storia di due scienziati che, grazie ad uno stratagemma, riescono a viaggiare nel tempo venendo catapultati nell’anno 2003.

Le meraviglie del 2000
Le meraviglie del 2000

Nel 1897 Salgari si trasferisce a Genova, per stare vicino al mare e trarre ispirazione. In quegli anni scrive la saga dei “Corsari delle Antille”, che ha per protagonista il celebre Corsaro Nero, nobile pirata che solca i mari per vendicare la morte del fratello. Nel 1900 famiglia torna definitivamente a Torino ma la situazione peggiora. La moglie Ida diede alla luce il quarto figlio, Omar ma ne perse altri due ed entrò in uno stato di profonda depressione. Emilio guadagnava troppo poco per mantenere dignitosamente tutta la famiglia, inoltre era oberato di lavoro, beveva e fumava troppo.

“Vi saluto spezzando la penna”

L’amata moglie si ammala, muore e Salgari non riesce ad andare avanti. La mattina del 25 aprile 1911 esce di casa per raggiungere una collina poco distante da Torino. Lì scelse di togliersi la vita in modo atroce, lacerandosi gola e viscere con un rasoio, imitando così il suicidio rituale dei samurai. Sul tavolo della cucina lascia tre lettere, due di queste erano indirizzate agli editori e ai direttori dei giornali, che avevano sfruttato il suo lavoro dandogli in cambio solo briciole.

Ai miei editori: A voi che vi siete arricchiti con la mia pelle mantenendo me e la mia famiglia in una continua semi-miseria od anche più, chiedo solo che per compenso dei guadagni che io vi ho dato pensiate ai miei funerali. Vi saluto spezzando la penna”.

Emilio Salgari

Ilaria Festa

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