Poche ore dopo il completo ritiro delle forze straniere dall’Afghanistan, i leader talebani hanno attraversato vittoriosi l’aeroporto di Kabul scortati da miliziani abbigliati con divise ed equipaggiamento militare di produzione occidentale. Nelle immagini diffuse sui vari profili Twitter legati ai talebani e dalle agenzie di stampa internazionali, i militanti ispezionano e si scattano selfie su mezzi e velivoli abbandonati dagli Stati Uniti e dalle forze Nato che per 20 anni hanno gestito l’aeroporto di Kabul.
Il portavoce dei talebani, Zabihullah Mujahid, ha guidato un gruppo di funzionari talebani all’interno degli hangar dell’aeroporto inneggiando alla vittoria contro gli Stati Uniti: “Congratulazioni all’Afghanistan. Questa vittoria appartiene a tutti noi”, ha detto Mujahid ai giornalisti. “Gli Stati Uniti sono stati sconfitti, non hanno potuto raggiungere i loro obiettivi attraverso operazioni militari”, ha aggiunto.
L’unità delle forze speciali talebane, la “Badri 313”, ha posato per le foto, brandendo fucili di fabbricazione Usa, tra cui M-4m e sventolando la bandiera talebana.
Come dichiarato dal capo del Comando centrale degli Stati Uniti, generale Kenneth McKenzie, 73 velivoli lasciati presso l’aeroporto di Kabul sono stati “smilitarizzati” o resi inservibili prima del ritiro totale delle truppe Usa. Il Pentagono ha lasciato circa 70 veicoli tattici corazzati Mrap – che possono costare fino a 1 milione di dollari ciascuno – , ma sono stati resi inservibili prima della partenza. Gli Usa hanno lasciato presso l’aeroporto di Kabul anche il sistema difesa di difesa C-Ram in grado di intercettare razzi, proiettili di artiglieria e colpi di mortaio. Ieri il sistema è riuscito a intercettare cinque razzi lanciati contro l’aeroporto di Kabul, mentre era in corso il ritiro degli ultimi militari statunitensi.
Nelle stesse ore in cui gli ultimi soldati americani lasciavano dopo 20 anni l’Afghanistan, nel Paese è rientrato Amin-ul-Haq, ex capo della sicurezza di Osama bin Laden nel suo rifugio di Tora Bora. L’arrivo dell’esponente di spicco di Al Qaida nella sua provincia d’origine di Nangarhar, al confine con il Pakistan, viene mostrato in un video che circola in queste ore sul web e ripreso anche dalla Bbc. A lungo tra i responsabili anche della fornitura di armi al gruppo jihadista, l’uomo compare a bordo di un suv accolto con entusiasmo da alcuni abitanti del posto, che gli baciano la mano e si fanno fotografare con lui.