È morto a 81 anni, dopo una lunga malattia, Sir Clive Sinclair, inventore britannico all’origine della democratizzazione dell’informatica. Ad annunciarne la scomparsa è la figlia Belinda, che ricorda di come il padre fosse eccitato dalle idee e dall’innovazione.

Sir Clive Sinclair, classe 1940, aveva fondato la sua azienda, la Sinclair Radionics nel 1961, a soli 21 anni. Nel 1972 lanciò sul mercato la prima calcolatrice elettronica tascabile, la Sinclair Executive, dalle dimensione di uno smartphone di oggi.

Il successo e la rivoluzione dell’home computing

Pioniere dell’home computing, nel gennaio 1980, Sinclair diede il via alla rivoluzione dei computer portatili, vendendo il computer Sinclair ZX80 al dettaglio a poco più di 100 euro. All’epoca in cui i computer casalinghi, come quelli della Apple, erano molto più costosi, la Sinclair Radionics riuscì a vendere più di un milione di esemplari.

Il successo continuò nel 1982 con l’uscita del modello XZ Spectrum, più potente e più user-friendly. Questo modello accelerò la rivoluzione della programmazione e dei videogiochi. Il successo che ebbe in Gran Bretagna e in Europa gli valse il titolo di Sir (Knight Bachelor).

L’insuccesso del Sinclair C5

Il successo fu però eclissato dal fallimento commerciale del Sinclair C5, un tricipite elettronico, che non è una bicicletta né un’auto. Lanciato sul mercato nel 1985, si era previsto di vendere circa 100mila esemplari, ma se ne vendettero solo poco più di 17 mila. Il flop commerciale causò danni finanziari a Sinclair, che vendette la sua azienda l’anno dopo.

Il veicolo C5 era un tre ruote dotato di pedali, che non superava i 24km all’ora. Alimentato a batteria poteva percorrere solo brevi distanze e aveva difficoltà nelle salite. La cosa peggiore di tutte è che il veicolo era decisamente pericoloso, in quanto molto basso e poco visibile dagli automobilisti. Inoltre il guidatore, in una posizione quasi sdraiata, era esposto alle intemperie.

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