Il 25 settembre del 1988, Papa Giovanni Paolo II, portava a termine la beatificazione del Card. Giuseppe Benedetto Dusmet. Parliamo di un uomo, diventato Cardinale ed Arcivescovo cattolico italiano. Nasce a Palermo nel 1818. Durante la sua giovinezza , inizia fin da piccolo gli studi monastici. Nonostante la sua famiglia lo volesse sposato a qualche giovane fanciulla di famiglia facoltosa, come la sua. Giuseppe Benedetto, decide però di continuare la sua vocazione sacerdotale. E nel 1841, prende i voti. Si distingue fin dai primi anni di sacerdozio, per una spiccata intelligenza ed una profonda spiritualità.

Gli anni più difficili per Mons. Giuseppe Benedetto Dusmet, sono quelli della pandemia. Infatti nel 1854 e 1855, una drammatica pandemia da colera, miete vittime. L’impegno e la dedizione alla cura, che il Beato dimostra, sono provvidenziali, per gli ammalati provenienti dai ceti ricchi; ma soprattutto per i tanti poveri, che in lui vedono un vero e proprio Santo protettore. Una dedizione per i più bisognosi, che si evince anche dalle parole di Mons. Giuseppe Benedetto Dusmet. Che così dichiarava: “Sin quando avremo un panettello, noi lo divideremo col povero“.

Il processo di Beatificazione

Giuseppe Benedetto Dusmet-credits: livesicilia.it
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Il Santo Card. Giuseppe Benedetto, nel 1834, venne colpito da una malattia, che in pochi mesi, lo porta alla morte. L’amore e la devozione dei fedeli, per Mons. Giuseppe Benedetto, è uno dei primi segnali tangibili della sua beatitudine. Infatti nel 1931, l’Arcivescovo di Catania Carmelo Patanè, inizia le pratiche, per la causa di beatificazione. Finalmente il 25 settembre del 1988, il Papa Giovanni Paolo II, lo proclama Beato. Così la salma del Cardinale, ancora integra, viene posta in un’urna sotto l’altare nella cattedrale etnea. Luogo divenuto di pellegrinaggio, per migliaia e migliaia di fedeli e devoti.

I quali si rivolgono, al Beato Giuseppe Benedetto Dusmet, con queste parole di preghiera: ” O Beato Giuseppe Benedetto Dusmet, che fin dalla tua fanciullezza, chiamato da Dio, ti consacrasti alla contemplazione e alla testimonianza del suo Amore nella vita monastica ed, eletto Pastore nella Chiesa, rivelasti l’ardore della carità che divampava nel tuo cuore, ponendo la tua vita a servizio dei poveri per consolarli e soccorrerli in ogni forma di sofferenza umana, guarda a noi che, sul tuo esempio, vogliamo seguire il cammino della fede nella carità e imploriamo con fiducia la tua celeste protezione. Con la tua intercessione ottieni a noi dal Signore le grazie necessarie nelle difficoltà e nelle sofferenze di questa vita, per aspirare così più fiduciosamente a giungere con te e con tutti i santi nella gloria del Cielo”.

a cura di Chiara Bonacquisti

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