Sono 63 le persone arrestate tra Napoli, Caserta e Salerno con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio. L’operazione è scattata all’alba di questa mattina. A condurla il Nucleo speciale della Polizia Valutaria della Guardia di Finanza su disposizione della Dda di Napoli.
Vasta operazione anticamorra: 63 arresti a Napoli, Caserta e Salerno
Nelle province di Napoli, Caserta e Salerno si è tenuta una vasta operazione anticamorra che ha portato all’arresto di 63 persone con l’accusa di riciclaggio di denaro a favore del clan dei Casalesi. Secondo gli inquirenti, gli indagati avrebbero riciclato denaro per una somma di oltre 100 milioni di euro. I soldi provengono da reati e frodi fiscali . Inoltre, su richiesta della Dda di Napoli, il Gip del Tribunale di Napoli ha disposto il carcere per 48 degli indagati, come riporta Fanpage.it.
Il procuratore Melillo ha spiegato che dalle indagini è emerso che 33 società, attive nel commercio di carburanti e di legname, riciclavano denaro proveniente da reati. Le società facevano bonifici da milioni di euro a favore di persone fisiche o giuridiche. Sono inoltre coinvolte anche altre 18 società che ricevevano bonifici e ne facevano altri di importi inferiori. I destinatari erano 44 e recuperavano i soldi tramite Bancomat, con prelievi di 55mila euro al giorno.
Il clan dei Casalesi e il controllo della rete elettrica nel Casertano
A luglio erano state arrestate 3 persone con l’accusa di concorso esterno in associazione di tipo mafioso, estorsione, trasferimento fraudolento di valori e impiego di denaro di provenienza illecita. Gli arresti erano avvenuti dopo un’operazione coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia partenopea. La stessa inchiesta aveva portato al sequestro di tre società di scavi e di posa di opere di cavi elettrici, riconducibili agli arrestati. Gli indagati avrebbero avuto per anni quasi il monopolio sugli appalti dei lavori sulla rete elettrica nell’Agro-aversano, grazie alle intimidazioni del clan dei Casalesi. Due degli indagati si trovano ora in carcere, mentre il terzo è agli arresti domiciliari.
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