Il cardinale australiano George Pell ha rivolto accuse a monsignor Angelo Becciu e ora si teme un nuovo scandalo in Vaticano. Secondo il prelato, Becciu avrebbe impedito i controlli sui fondi della Segreteria di Stato. Così riporta la fonte Unione Sarda.

Le accuse di George Pell ad Angelo Becciu: la risposta dei legali

Secondo Pell, Becciu ha opposto resistenza al Revisore dei conti che si occupava di verificare la regolarità della gestione finanziaria dei fondi della Segreteria di Stato:

C’era sempre resistenza. Se il Revisore o noi avessimo potuto entrare prima, avremmo salvato tanto, tanti denari a Londra e in altri posti.

Il riferimento a Londra riporta alla luce lo scandalo che ha coinvolto monsignor Becciu. Il prelato sardo è stato al centro di un’inchiesta su operazioni speculative illecite, tra cui l’acquisizione di un palazzo di lusso a Londra. Gli imputati del “processo del secolo” erano dieci,e a Becciu Papa Francesco aveva tolto i diritti cardinalizi, oltre ad averlo licenziato dalla sua posizione nella Segreteria di Stato. Sempre per volere del Papa, il processo di Becciu si è svolto in un normale Tribunale e non alla Corte di Cassazione presieduta da un cardinale. Lo scorso aprile, infatti, Bergoglio ha modificato l’ordinamento giudiziario per i processi a cardinali e vescovi.

Il legale di Becciu, l’avvocato Fabio Viglione, ha prontamente risposto alle accuse di Pell in una nota:

La circostanza è stata smentita in modo netto dalle competenti Autorità nazionali. Rincresce che il Card. Pell continui a dar corpo a simili sospetti, autorizzando così allusioni a fantasiosi complotti che sarebbero stati orditi da chi, evidentemente, lo osteggiava. E spiace, a questo punto, dover annunciare querele nei confronti di chiunque, con una singolare tempistica, continua a riproporre questo fantasioso quanto calunnioso collegamento.

Così Becciu si dichiara innocente tramite il suo avvocato, che nella nota prosegue dicendo che la Segreteria di Stato, per volere del Papa, godeva di autonomia finanziaria. Il legale sottolinea che dopo la sottoscrizione di un Motu papale sui “beni temporali”, la Segreteria per l’Economia, di cui Pell faceva parte, non aveva più il compito di revisionare quelli appartenenti alla Segreteria di Stato.

George Pell ha presentato il suo libro a Roma dopo la scarcerazione

Il cardinale Pell si è recato a Roma nei giorni scorsi per presentare il libro “Diario di prigionia”, un’autobiografia del suo periodo trascorso in carcere dopo le accuse di pedofilia nel 2019. I fatti risalgono al 1996 quando Pell era arcivescovo di Melbourne e avrebbe molestato due coristi tredicenni dopo la messa. Un mese dopo, avrebbe poi aggredito uno di loro in un corridoio della chiesa di San Patrizio.

Per questo a marzo 2019 la County Court dello stato di Victoria lo aveva condannato in primo grado a 6 anni di carcere a Barwon. Tuttavia, dopo i 400 giorni in cella raccontati nel libro, le autorità lo hanno completamente scagionato ad aprile 2020. L’Alta Corte australiana ha infatti scagionato il prelato, oggi 78enne, concedendogli il principio del “ragionevole dubbio”, dichiarando di non aver considerato “se esistesse una possibilità ragionevole che il reato non fosse stato commesso”.

Giulia Panella

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