La Legge di Bilancio prevede che dal 2022 il congedo di paternità, fissato ancora a 10 giorni in Italia, si estenderà a tre mesi con il Family Act.
L’articolo 4 della legge 28 giugno 2012, n. 92 ha istituito in Italia il congedo obbligatorio e facoltativo di paternità, per una durata di cinque giorni. Il congedo è fruibile dal padre lavoratore dipendente, anche adottivo e affidatario, entro e non oltre il quinto mese di vita del figlio. La Legge di Bilancio del 2020 ha cambiato il numero dei giorni previsti per il congedo obbligatorio, arrivando una settimana.
Per il 2021, la Legge di Bilancio ha ulteriormente aumentato a dieci il numero dei giorni di congedo obbligatorio. E’ stata ampliata la tutela per la fruizione del congedo anche nel caso di morte perinatale del figlio.
L’Italia, ancora una volta fanalino d’Europa, resta indietro in merito ai diritti dei neo-papà. Circa 21 mila persone nel nostro paese stanno firmando una petizione su Change.org, affinché il congedo di paternità arrivi a 3 mesi, tempo previsto e applicato in tutta Europa.
È assolutamente ingiusto che i padri non possano occuparsi dei figli nei primi mesi di vita, ed è ancora più ingiusto che così facendo, tutto il peso ricada inevitabilmente sulle madri. Al momento non c’è parità nei diritti dei neo genitori.
Questa disparità si ripercuote, oltre che sugli equilibri delle famiglie, anche sul mondo del lavoro. Se ai padri fosse concesso di rimanere a casa con i bambini più a lungo, le mamme avrebbero sicuramente più possibilità di scegliere se e quando tornare al lavoro.
Francesca Mazzini
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