Benvenuti nell’universo femminile di LetteralMente Donna. Faremo un viaggio a Napoli alla scoperta di un autrice contemporanea e dei suoi romanzi. Parleremo di treni di bambini, uguaglianza, violenza sessuale e riscatto. Abbiamo dedicato questa puntata a Viola Ardone e alla sue opere
“La femmina è una brocca: chi la rompe se la piglia, così dice mia madre. Io ero più felice se nascevo maschio come Cosimino, ma quando mi fecero nessuno si curò del mio parere.”
Questo l’incipit di “Oliva Denaro“, l‘ultimo romanzo di Viola Ardone uscito a settembre di quest’anno. La scrittrice campana era arrivata al successo con il precedente libro intitolato “Il treno dei bambini” che sarà tradotto in 34 lingue ed è stato opzionato per diventare film. In esso si ripercorre la storia di quei bambini del sud che dopo la guerra venivano affidati a famiglie del Nord per tenerli lontani dalla miseria. Una storia attuale che aiuta a far riflettere su accoglienza, solidarietà e sulla lotta alle diseguaglianze.
Viola Ardone e il caso Oliva Denaro
Viola Ardone ha pubblicato quest’anno un altro romanzo intitolato “Oliva Denaro”, un anagramma del suo nome. Al centro di questa storia intima e forte la violenza sulle donne, la presunta potenza degli uomini e l’impegno di un’intera comunità contro le ingiustizie. Il tutto sullo sfondo della società patriarcale degli anni 60′. Qui ritroviamo una donna che ha avuto, come Franca Viola, il coraggio di rifiutare un matrimonio riparatore.
“Niente da qui in avanti potrà più toccarmi e, quello che ho perso, l’ho perso per sempre: correre a scattafiato con gli zoccoletti ai piedi, immaginare i nomi delle nuvole, girarmi nella mente i termini latini, raffigurare a carboncino le divinità del cinema, indovinare l’amore nei petali di un fiore”.
Questa è una delle parti più toccanti di “Oliva Denaro” che percorre la storia della protagonista fino agli 80′. Un romanzo ambientato al passato in cui c’è tanto di attuale che deve far riflettere sulla possibilità di riscatto delle vittime e sul loro bisogno di essere riconosciute dalla società. Il tutto raccontato con un linguaggio che si adatta alle personalità e all’età di protagonisti e comprimari come già fatto dall’Ardone in “Il treno dei bambini”.
Stefano Delle Cave