5 canzoni per ricordare George Harrison, il membro più spirituale dei Fantastici Quattro. 5 canzoni per ricordare la sua musica e la sua persona. Ci lasciò all’età di 58 anni dopo aver lottato per tanti anni contro il cancro. La sua musica eterna, il suo carattere timido ma generoso e la sua creatività emersa anche dopo il percorso con i Beatles, resteranno sempre impresse sulle memorie dei suoi fan e degli amanti della musica.
Nato a Liverpool il 25 febbraio il 1943 in una famiglia proletaria, iniziò a suonare la chitarra a quindici anni. Durante il periodo scolastico strinse una grande amicizia con due personaggi molto carismatici e appassionati come lui di musica, Paul McCartney e John Lennon, coi quali iniziò presto a suonare e comporre. Presto nacquero i Beatles, con Harrison alla chitarra solista e come terza voce. Non completamente appagato dal ruolo di musicista, presto si unì alla scrittura, regalando capolavori come While My Guitar Gently Weeps (1968), Here Comes the Sun e Something (entrambe del 1969).
Quando i Beatles si sciolsero, George ancora ventisettenne decise come gli altri membri di intraprendere la carriera solista pubblicando All Things Must Pass dalla storica copertina assieme ai nani da giardino sullo sfondo di un prato verde. Legato alla religione e alla cultura indiana frequentò Ravi Shankar, un musicista indiano e maestro di sitar, con cui organizzò un concerto per il Bangladesh, un’iniziativa benefica a favore delle popolazioni di profughi dalla guerra civile tra India e Pakistan.
Oggi lo ricordiamo con 5 dei suoi più grandi successi:
Got My Mind Set On You (1987)
Cover di una vecchia canzone di Rudy Clark, riportò il nome di Harrison in vetta alle classifiche dopo molto tempo. Il singolo appare in una esilarante scena del film Senti chi parla 2 di Amy Heckerling. Famoso è il videoclip con Harrison che canta e suona in un salotto dove vari oggetti e mobili lo accompagnano tenendo il ritmo e ballando.
My Sweet Lord (1970)
Frutto della grande passione di George per l’India e per la religione induista, questo pezzo gospel è una litania alla divinità Krishna, a cui l’ex beatles era profondamente devoto, specie durante la sua malattia. A causa di un’evidente somiglianza con il brano He’s So Fine, George fu accusato di “plagio inconsapevole” e gli venne inflitta una multa di circa 1 600 000 dollari, anche se lui si è sempre difeso dichiarando che la melodia era stata concepita spontaneamente.
Wah-Wah (1970)
Tratto dall’album All Things Must Pass venne scritta già nel 1969 durante le travagliate sedute di registrazione assieme ai Beatles dell’album Let It Be. Incisa dalla Apple Records la canzone apre con un riff di chitarra di Harrison, al quale si aggiunge poi la chitarra di Eric Clapton, suo grande amico, suonata con il pedale wah-wah, da qui il titolo.
Here Comes the Sun (1969)
Contenuta nell’iconico album Abbey Road, quello delle striscie pedonali, fu scritta in un sereno giorno di primavera del 1969 quando George a casa dell’amico Eric Clapton si riposarono nel giardino dopo aver parlato di lavoro. Il sole batteva forte e George decise di dedicargli questa canzone: “Sta arrivando il sole”. Il brano è considerato una delle migliori composizioni di Harrison, ed è stata oggetto di molte cover nel corso degli anni successivi.
Something (1969)
L’ultima ma non meno importante proposta musicale dell’ex-beatles è Something, una ballata di tre minuti che scalò le classifiche mondiali e fu reinterpretata da oltre 150 artisti tra cui Elvis Presley, Frank Sinatra, Ray Charles e Bob Dylan. C’è chi sostiene che il brano sia tato ispirato alla prima moglie di George, Pattie Boyd, anche se in diverse interviste questa ipotesi è stata ampiamente smentita.
Manuela Cuccu
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