Doraemon, il celebre personaggio dell’omonimo manga di Fujiko F. Fujio in questi giorni si è meritato una statua in bronzo nel quartiere di Shibuya. Per celebrare il 50° anniversario di Doraemon, la società di produzione dietro l’amata serie , ha installato un monumento in bronzo del gatto-robot blu più amato del Giappone. La statua è posizionata sul tetto del parco Miyashita a Shibuya.
Un Doraemon di bronzo e tanti altri personaggi
La scultura presenta una porta Dokodemo alta circa 3 metri, si tratta della famosa porta che permette a Doraemon di viaggiare ovunque soltanto attraversandola. In una storia precoce, la porta è in grado di viaggiare alla fine dell’universo, ma nei capitoli successivi, la porta si dice che sia solo in grado di percorrere una distanza massima di 100.000 anni luce e non può accedere ad altre dimensioni. Un altro limite della porta è che può connettersi solo in modo sicuro in due posizioni note nel suo computer di mappatura, che dispone anche di una gamma limitata di informazioni sulla base di tempo, come mostrato nel film “Dinosauro di Nobita.” Tutto intorno al portale sono presenti ben 11 personaggi di alcuni dei manga di Fujiko F. Fujio, come Kiteretsu Daihyakka, Perman, Obake no Q-Taro, 21 Emon, Espa, Mami, Chimpui. Doraemon è posto davanti al centro ovviamente vicino all’amico Nobita.
A proposito della trama
La storia narra delle grandi avventure di un robot blu e del suo amico, Nobita Nobi. Doraemon è un robot venuto dal ventiduesimo secolo per aiutare il fastidioso e pigro Nobita Nobi ad andare bene a scuola, a non essere così pigro e ad aiutarlo dai due bulli del quartiere. Il nome “Doraemon” può essere tradotto approssimativamente come “randagio”. Insolitamente, il nome “Doraemon” è scritto con un misto delle due scritture giapponesi: il katakana (ドラ) e l’hiragana (えもん). “Dora” proviene da “dora neko” (gatto randagio, どら猫), ed è una corruzione di nora (randagio). “Emon” è un componente dei nomi maschili, come Goemon, benché non più molto diffuso come nel passato. “Dora” non proviene da dora, che in giapponese significa gong, ma approfittando della omofonia, la serie spesso fa giochi di parole e riferimenti su ciò, a partire dal fatto che Doraemon ama i Dorayaki.
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Valeria Zagolin