Tony Montana, interpretato da Al Pacino, è il protagonista della pellicola del 1983 diretta da Brian De Palma: “Scarface”, un film pilastro della cosiddetta “pop culture”. Non molti sanno, però, che l’iconica opera di De Palma è in realtà un remake di un film di ben cinquant’anni più vecchio.
Il primo Scarface, infatti, non è quello del 1983, ma quello uscito nel 1932 ,diretto da Howard Hawks. Pioniere per il genere “gangster” nel cinema, ha avuto anche una grande influenza sul suo stesso remake, ma fino a che punto?
I punti in comune
Tony Camonte e Tony Montana sono i protagonisti, rispettivamente, dello Scarface del 1932 e del 1983. Già trovando un primo punto comune nello stesso nome, entrambi presentano una cicatrice sul volto ed hanno le stesse ambizioni. Soldi, potere e voglia di conquistare il mondo sono ciò che li spinge e sono pronti ad utilizzare ogni mezzo, non importa quanto illegale o violento, per ottenere ciò che desiderano. “Il mondo è tuo” è, difatti, una delle frasi iconiche che caratterizzano entrambe le versioni.
Gangster, la cui avidità li ha portati a perdere tutto, affrontano situazioni pressoché uguali: entrambi hanno una sorella, Gina per Montana nel secondo Scarface e Francesca per Camonte nel primo, delle quali sono morbosamente protettivi e per le quali uccideranno il loro braccio destro, poiché nessun uomo è degno di averle.
Ambedue, per quanto siano mossi da un cieco desiderio di potere, cercano di provvedere sempre per le rispettive famiglie, ma nonostante questa intenzione non avranno l’appoggio della loro stessa madre. In entrambe le versioni di Scarface, infatti, la figura materna ha un ruolo predittivo dell’eventuale disfatta che li attende, non solo personale, ma anche del nucleo familiare che in modo disfunzionale cercavano di proteggere.
Diverse epoche e differenti esigenze
Ciò che principalmente distingue i due Scarface è sicuramente l’ambientazione. Il film di Hawks, essendo uscito nel 1932, rispecchia l’epoca del Proibizionismo americano, caratterizzato dal divieto di consumo e vendita di alcool. Camonte è, di conseguenza, un contrabbandiere che si arricchisce con la vendita illegale di birra, personaggio tra l’altro basato sul gangster Al Capone.
Non ci sarebbe stato motivo per cui, invece, il Tony dello Scarface di De Palma, si sarebbe dovuto dedicare alla vendita di bevande alcoliche, non essendo queste più proibite negli anni ‘80. Proprio per questo il regista ha adattato la sua opera, coinvolgendo Montana nel traffico di cocaina. La versione del 1983 di Scarface, difatti, si è maggiormente concentrata sull’immigrazione cubana ed il traffico di droga aventi luogo a Miami. Da notare qui un’ulteriore differenza: Camonte era italiano, mentre Montana cubano.
I due, come detto, erano spinti da un innato ed irrefrenabile desiderio di potere e ricchezza e per entrambi ne sarà la disfatta. Ma la loro morte non è messa in scena allo stesso modo dai due registi. Ambedue moriranno combattendo fino all’ultimo momento, ma Camonte sarà ucciso dalla polizia, mentre Montana da un altro di gruppo di narcotrafficanti.
Una diversa percezione della violenza
Scarface di De Palma è sicuramente conosciuto come uno dei film più spudoratamente violenti. Tuttavia, lo stesso non si può dire per la versione del 1932, nonostante i temi trattati siano gli stessi del suo remake. La pellicola con Pacino è particolarmente cruenta, le scene di violenza sono chiaramente messe in atto per lo spettatore. Tony Montana accoltella brutalmente le sue vittime ed addirittura uno dei suoi compagni verrà tagliato a metà da una motosega.
Per quanto lo Scarface di Hawks tratti una realtà di gangster, quindi un mondo in cui la violenza regna sovrana, questo aspetto è trattato in maniera differente. Molto spesso le scene di morte vengono rappresentate “off camera”, quindi mostrando solo la silhouette del killer e quando invece vengono mostrate, è sempre per mezzo di un colpo di pistola e non viene utilizzato sangue. Probabilmente questa differenza è data sempre dall’epoca in cui sono usciti i due film. Un pubblico del 1930 non era abituato e non avrebbe mai accettato una tale violenza come quella della versione del 1983.
Aurelia Carbone
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