È morto Tito Stagno. All’età di novantadue anni si è spento lo storico giornalista e volto televisivo della Rai. Fu lui il protagonista, attraverso una delle telecronache più emozionanti che la storia della televisione e del giornalista dello sbarco sulla luna e dei primi passi dell’uomo sul satellite naturale della terra. Al suo fianco Ruggero Orlando in collegamento da New York.

Tito Stagno, chi era

Di origini cagliaritane, la sua poliedrica carriera non comprende certo solo la cronaca di quella notte, incisa, grazie alle immagini, nel ricordo e nella mente di tutti gli italiani e di tutto il mondo. Seguì ad esempio i viaggi dei Kennedy, dei Papi, per non parlare della sua celeberrima conduzione de La Domenica Sportiva. Ma l’allunaggio, raccontato con emozione e fatica, tra precari collegamenti audiovisivi tra Via Teulada e Houston è di certo il suo momento più celebre che lo portò alla fama che oggi, nel giorno della sua scomparsa, tutti gli riconoscono

Tito Stagno e la cronaca dello sbarco sulla luna

Era la sera del 20 luglio 1969, ora italiana 10.17: davanti agli schermi in bianco e nero almeno tra generazioni di italiani per assistere, in diretta, al compiersi della storica impresa. In collegamento da New York Ruggero Orlando. Tutti ad aspettare il passo dell’astronauta americano Neil Armstrong.

Nella storia della celeberrima radiocronaca rimane però un dubbio. Chi fu, tra Tito Stagno e Ruggero Orlando ad annunciare per primo e cn precisione i passi di Armstrong sul terreno lunare. I momenti erano concitati, questione di secondi, anche se tutto è documentato dalla diretta della cronaca.

Fu Stagno a dichiarare, con circa cinquantasei secondi di anticipo: “Armstrong ha toccato!”. Ruggero Orlando arrivò con dieci secondi di ritardo alla notizia. Negli anni successivi la questione sulla paternità della telecronaca, portò i due amici-colleghi anche a simpatici diverbi, di cui oggi sicuramente sorridiamo. La storia della televisione ma, soprattutto, la storica impresa americana nello spazio furono comunque scritte. Nessun vincitore, ma tutti vincitori. E, soprattutto: una piccolo passo per l’uomo e un grande passo per l’umanità.