Nel nuovo appuntamento della rubrica ClassicaMente, i Fornacalia; le antiche feste in onore della Dea Fornace, protettrice dei forni per cuocere il pane.
Fornacalia, le celebrazioni dedicate alla Dea Fornace
I Fornacalia erano delle celebrazioni tipiche della religione romana in onore della Dea Fornace, custode dei forni per cuocere il pane. I Fornacalia avevano inizio il 7 Febbraio e duravano – probabilmente – nove giorni; si sa per certo che terminavano in coincidenza dei Quirinalia, le feste in onore del Dio Quirino, il 17 febbraio. Il culto in onore della Dea Fornace si istituisce, principalmente, per volere del Re Numa Pompilio; queste celebrazioni, infatti, erano delle feste molto antiche i cui riti si svolgevano in virtù della tostatura del grano e il cui nome derivava da fornax, ovvero forno. Il nume tutelare della festa era quindi la Dea Fornax, Fornace, divinità latina protettrice dei forni.
Questi festeggiamenti erano di tipo mobile; le date, infatti, non avevano un cadenza fissa e, per questo motivo, appartenevano al genere delle feriae conceptivae. A tal proposito, ogni anno il Curio Maximus, sacerdote che presiedeva tutte le altre curie, stabiliva i giorni esatti in cui si sarebbero celebrati i Fornacalia affiggendo il calendario nel Foro. Successivamente, si offriva alla Dea Fornace la mola salsa; un impasto tipico composto da chicchi di farro abbrustoliti e pestati in un mortaio.
Le feste del mondo agricolo e lo Stultorum Feriae: la festa degli stolti
I Fornacalia, fra l’altro, appartenevano alla schiera di feste legate al mondo agricolo e al raccolto primaverile. Questo tipo di cerimoniali testimonia l’importanza che i cereali avevano nell’antica Roma e, ancora di più, il farro: il ”grano antico” dei tempi passati. L’ultimo giorno dei Fornacalia era anche noto come Stultorum Feriae, la festa degli stolti. Il motivo di questa singolare denominazione era da imputare a quei cittadini, i famigerati stulti, che per negligenza, pigrizia o per qualsivoglia motivazione avevano dimenticato di compiere i riti per la torrefazione del farro nel giorno stabilito. A quest’ultimi era concessa la possibilità di rimediare l’ultimo giorno delle feste, ovvero il 17 febbraio: giorno della celebrazione degli stolti. In questo modo, avrebbero adempito ai loro doveri venerando i forni e offrendo i consueti sacrifici alla Dea Fornace.
Stella Grillo
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