La crisi tra Russia e Ucraina continua. La Russia e la Bielorussia hanno iniziato delle esercitazioni militari congiunte, che dureranno dieci giorni. Secondo la NATO si tratta del più grande dispiegamento militare della Russia nell’ex Bielorussia sovietica dalla Guerra Fredda. Intanto, le preoccupazioni internazionali aumentano, e il Regno Unito si rende disponibile con l’eventuale invio di 1000 soldati in Ucraina, nel caso che si verifichi una crisi umanitaria.
L’invasione russa dell’Ucraina potrebbe non essere lontana
La situazione di crisi tra Russia e Ucraina preoccupa anche i Paesi non direttamente coinvolti nel conflitto. Ieri, il Primo ministro britannico Boris Johnson, ha annunciato che è pronto ad inviare 1000 soldati in Ucraina in caso di crisi umanitaria. Il Premier britannico, tra l’altro, sarà oggi a Bruxelles per incontrare il segretario generale della NATO, Stoltenberg, e a Varsavia, dove vedrà il presidente polacco Duda e il Primo Ministro dello stesso Paese.
Nel frattempo, il presidente americano Biden e quello francese Macron, in contatto telefonico, hanno discusso di tale crisi. Nell’eventualità di un’invasione russa in Ucraina, l’intervento degli Stati Uniti sarebbe immediato. Tale Paese inoltre, ha già inviato 200 milioni di dollari in armi e munizioni a favore dell’Ucraina.
Ciò che lascia perplessi, è il motivo per cui la Germania non abbia ancora concretizzato il suo sostegno verso i paesi alleati della NATO. Finora i tedeschi si sono rifiutati di vendere armi all’Ucraina, non autorizzando, per esempio, una spedizione di nove pezzi d’artiglieria dall’Estonia all’Ucraina con il pretesto che fossero di origine tedesca. Le giustificazioni dell’immobilismo tedesco sarebbero ravvisabili in una serie di ragioni storiche e politiche. Il Ministro degli esteri e il Primo ministro della Germania, hanno infatti ricordato che dal 1971 la Germania all’invio di armi in zone che sono a rischio conflitto.
L’impressione è che Putin sia preoccupato per il fatto che l’Ucraina voglia aderire alla NATO, cosa che il Cremlino vuole evitare a ogni costo. In ogni caso, si tratta di un conflitto complesso che nasce nel 2014 da diverse cause. Ci si augura che l’Occidente possa mediare tra i due Paesi e portando finalmente a una risoluzione della crisi.
Michela Foglia
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