Una guerra tra Russia e Ucraina potrebbe rappresentare per l’Italia un pericolo più grande di quanto previsto. Uno shock energetico sul gas è all’orizzonte.

Cosa rischia l’Italia con la guerra tra Russia e Ucraina?

L’esposizione a una crisi energetica di ampia scala aumenterebbe i prezzi a dismisura: petrolio a 100 dollari USD e tonfo dei mercati, con conseguenti ricadute sui prezzi delle materie prime. A quanto affermato dall’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale, l’Italia è tra i primi paesi maggiormente esposti a una crisi del gas dalla Russia.

«L’indice di vulnerabilità varia da un minimo di 0 (Svezia) a un massimo di 31 (Ungheria). Su questa scala, l’Italia fa segnare un sostanziale 19. Seconda tra i grandi Paesi Ue è la Germania, che fa segnare un valore di 12, comunque piuttosto elevato. Al contrario per la Francia, che si affida molto al nucleare e alle importazioni di Gnl, l’indice crolla a un valore di 3», l’Istituto spiega così a La Stampa. E l’accelerazione sull’estrazione del gas auspicata dal governo italiana e cominciata con la nuova mappa degli impianti non può arrivare in tempo. I tempi tecnici richiesti per l’estrazione del gas, avviata dal governo italiano con una nuova mappa degli impianti, non possono essere in alcun modo accelerati, situazione che necessita soluzioni più rapide.

Oltre al gas, anche le quotazioni internazionali di grano hanno registrato un balzo del 4,5% e del 5% in una settimana, a causa del timore di un’invasione russa dell’Ucraina. Uno studio sulla borsa merci di Chicago, che rappresenta il punto di riferimento mondiale delle materie prime agricole che si collocano su valori massimi del decennio, è stato studiato dalla Coldiretti, che afferma che il conflitto può danneggiare le infrastrutture e bloccare le spedizioni dai porti del Mar Nero. Il risultato? Crollo di approvvigionamenti dei mercati mondiali ed il rischio concreto di carestie e tensioni sociali.

L’Ucraina ha infatti un peso nel settore agricolo, oltre alla sua riserva energetica per il gas, collocandosi al terzo posto come esportatore di grano a livello mondiale. Una emergenza globale che riguarda direttamente l’Italia che è un Paese deficitario ed importa addirittura il 64% del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti. 

Secondo la Coldiretti, lo scorso anno sono arrivati oltre 120 milioni di chili di grano dall’Ucraina e circa 100 milioni di chili di grano dalla Russia, dato che stabilisce, appunto, la grande importazione di materie prime in Italia, da parte di questi Paesi.

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