La Nato cerca di compattarsi per reagire di fronte all’attacco della Russia all’Ucraina. Mentre il segretario generale, Jens Stoltenberg, ha convocato una conferenza stampa per le ore 12, il fronte più bollente è quello al limite orientale dell’Alleanza.

I Paesi baltici, la Polonia, e la Romania, subito dopo l’inizio delle operazione russe in Ucraina, hanno chiesto l’attivazione dell’articolo 4 della Nato. Su Twitter, la premier estone Kaja Kallas ha scritto che il suo Paese “ha deciso di attivare le consultazioni in base all’articolo 4 del trattato, in cooperazione con altri alleati, fra cui Lettonia, Lituania e Polonia”. Per il capo del governo di Tallinn, la guerra è “una minaccia a tutto il mondo libero”. Dello stesso avviso il ministro degli Esteri romeno, Bogdan Aurescu, che sempre attraverso i suoi profili social ha annunciato di aver invitato la missione romena presso la Nato a “cercare, insieme ad altri alleati, l’attivazione dell’articolo 4 del Trattato di Washington”. ll presidente rumeno Klaus Iohannis ha convocato il Consiglio supremo della difesa nazionale.

L’articolo 4 Nato prevede che “le parti si consulteranno ogni volta che, nell’opinione di una di esse, l’integrità territoriale, l’indipendenza politica o la sicurezza di una delle parti fosse minacciata”. In questo caso, giova ribadirlo, è stato attaccato un Paese che non fa parte dell’Alleanza Atlantica. Dunque non possono scattare misure belliche come nell’eventualità di una aggressione nei confronti di uno Stato membro. La richiesta di attivazione dell’articolo 4, ovvero la richiesta di consultazioni urgenti per una minaccia, è però un passaggio importante perché formalizza per la prima volta il rischio che il conflitto possa incidere sulla sicurezza dei Paesi membri

Dopo la Seconda guerra mondiale, il mondo si divise in due blocchi con l’Unione Sovietica da una parte e l’Occidente dall’altra, guidato dagli Usa. Il timore di un dilagare dell’ideologia comunista portò all’idea di creare un’alleanza per garantire la sicurezza occidentale da eventuali mire di espansione sovietiche. I Paesi fondatori della NATO furono Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Islanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito e Stati Uniti d’America. Il concetto di base dell’alleanza era quello della “difesa collettiva” contro un attacco armato “contro una o più di esse”. Insomma un’azione militare dell’Unione Sovietica avrebbe trovato pronta una reazione collettiva. I sovietici replicarono con qualcosa di simile creando il Patto di Varsavia.

Durante la Guerra Fredda i due blocchi prepararono i dispositivi militari creando la cosiddetta “pace armata”. Dopo la caduta del muro di Berlino e la fine dell’URSS, la NATO ha virato i suoi obiettivi soprattutto sulla lotta al terrorismo internazionale. In particolare dopo l’11 settembre, è sempre più preminente l’ambito di collaborazione militare tra Paesi aderenti. La NATO negli ultimi anni è intervenuta militarmente in diversi conflitti: dalla Jugoslavia al Kosovo. Nel 2003 ha accettato di prendere il comando, in agosto, dell’ISAF in Afghanistan (prima missione fuori dell’area nord-atlantica).