Si avvicina la festa della donna, quindi perché non cominciare a festeggiare? Diana Ross è la donna che vi raccontiamo oggi. Nata assieme alle Supremes nel 1959, che in realtà all’epoca si battezzarono con i nome di The Primettes.

La storia è questa: Florence Ballard, Mary Wilson, Betty Travis e Diana Ross erano quattro adolescenti che volevano fare musica. Erano brave perciò nel 1960 ottennero un contratto con la Motown, che cambiò loro il nome in The Supremes. Betty Travis fu la prima a lasciare il gruppo perché bloccata dai suoi genitori, che per lei avevano altri piani. Continuarono in tre, e dopo una serie di progetti falliti, arrivarono al primo posto in classifica nel 1964, con il brano “Where did our love go”. Questo brano fu il primo di molti che accompagnarono le tre giovani artiste attraverso gli anni sessanta.

C’era un problema però, o meglio, un’outsider: Diana spiccava tra le altre due per carisma e talento, mostrando continuamente di avere quel fattore in più rispetto alle sue compagne, Florence e Mary. Diane (ufficialmente Diana per un errore all’anagrafe) era la leader indiscussa del trio, e qualcuno alla Motown se ne accorse, tanto che Barry Gordy, il capo dell’etichetta, si fidanzò con lei, per poi cambiare il nome del gruppo in Diana Ross & The Supremes – tanto per metterlo in chiaro.

Così, col passare del tempo, la singolarità della cantante non potè che staccarsi dalle altre due, dunque il gruppo si lasciò. Mary e Florence continuarono come The Supremes, ma non tornarono più in vetta alle classifiche. Diana Ross se la sarebbero ricordata tutti quanti. A metà degli anni ’70 era una superstar: oltre a cantare, ottenne una parte in “Lady songs the blues” del 1972 e l’anno dopo in “Mahogany”. Fu la cover di “Ain’t no Mountain high enough” (originariamente di Marvin Gaye) a proiettarla tra le stelle.

Continuò poi con vari successi come “I’m Coming Out” e “Uspide Down”, due singoli entrambi prodotti dagli CHIC. Dopo una serie di incomprensioni con gli CHIC, decise di continuare a produrre la sua musica da sola e avere il controllo totale delle proprie attività. Dunque, lascia la Motown e va dalla Rca, che le offriva da un po’ di tempo contratti record. Venti milioni di dollari, che non sono niente in confronto ai successi collezionati in seguito.

Un Guinness dei primati, nel 1993, l’ha dichiarata “Artista femminile di maggior successo di tutti i tempi”, per il numero di album e singoli entrati in classifica in USA e Gran Bretagna (in totale ha venduto oltre 200 milioni di dischi). Inoltre, Diana ha vinto diversi Grammy e un American Music Award Lifetime Achievement. Ha due stella sulla Walk of Fame: la sua stella personale e una assieme alle Supremes. Per Diana nessuna montagna è mai troppo alta.

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