Il caro bollette mette in ginocchio gli italiani, e non solo. Infatti, il governo è incapace di offrire soluzioni immediate che contrastino i rincari, ed è lotta nella maggioranza. Fissare un tetto massimo al prezzo del gas o diminuire le accise sulla benzina non è però facile come sembra. Infatti il Parlamento italiano non basta, serve anche l’ok di Bruxelles. Questo però non giustifica l’indegna campagna elettorale dei leader di partito.

“Paghiamo lo stato per le sue stesse colpe”

Dopo aver parlato a lungo dell’aumento del prezzo del gas, problema non ancora risolto, le proteste dell’opinione pubblica si concentrano sull’aumento del prezzo del carburante. In questa situazione, ciò che fa innervosire maggiormente è sapere che, se non ci fossero le tasse, il costo dei carburanti in Italia potrebbe essere minore che negli altri paesi europei. Invece, paghiamo ancora all’apparato fiscale dello Stato anche la guerra d’Abissinia, combattuta tra il 1895 e il 1896. Assurdo. Oltre a questo conflitto, sborsiamo soldi anche per le ricostruzioni delle tragedie del Vajont e dell’Irpinia, oltre che per gli interventi umanitari in Libano. Tutte buone cause, che però, nella maggior parte dei casi, non hanno più ragione di esistere. Per non parlare del fatto che per esempio, per quanto riguarda la strage del Vajont, ci sono delle inchieste che confermano il fatto che lo Stato aveva compiuto terribili errori, che hanno inciso sul verificarsi dell’evento stesso. In poche parole, paghiamo lo Stato per le sue colpe, quando dovrebbe essere il contrario. E il fisco incide sul carburante italiano in modo non indifferente, precisamente per il 55%. Questo significa che senza tasse potremmo pagare il pieno della nostra auto meno della metà di quanto lo paghiamo adesso.

In tutto ciò il governo, che per correttezza è bene ricordare che non può ad agire da solo, fa campagna elettorale. Il Parlamento, per dare il via a una diminuzione del prezzo della benzina, ha bisogno dell’ausilio di Bruxelles. Ma questa non è una buona giustificazione alle indegne bandiere di partito che vengono sventolate dai leader di maggioranza e opposizione.

Michela Foglia

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