Ossessionata dall’odio per l’ex marito, Patrizia Reggiani, per tutti ‘Lady Gucci’, assoldò la sedicente ‘maga’ Pina Auriemma, per far uccidere Maurizio Gucci. L’erede della maison di moda, fu ucciso a colpi di pistola il 27 marzo 1995, a Milano. I colpevoli rimasero nell’ombra per due anni, fino a quando un portiere d’albergo non si vantò: “Ho ucciso Maurizio Gucci”.

La mattina del 27 marzo 1995, via Palestro si sveglia brulicante di persone. Intorno al signorile palazzo al civico 20, le forze dell’ordine hanno formato un cordone di protezione, in mezzo al quale sfila, funesta, una lettiga con un corpo coperto. È quello di Maurizio Gucci, 46 anni, erede della maison fiorentina con la doppia G. Piange disperata la compagna Paola Franchi, che dall’appartamento dove la coppia viveva in corso Venezia si è precitata dopo la notizia di quei tre colpi di pistola. Due maldestri, a un gluteo e alla spalla, uno, crudele ed esiziale, alla tempia.

La ex moglie dell’erede della dinastia della moda, condannata come mandante per il suo omicidio nel 1995, si racconta nel documentario «Lady Gucci – La storia di Patrizia Reggiani», disponibile dall’11 gennaio sulla nuova piattaforma Discovery+

È per questo probabilmente che Patrizia Reggiani vive dapprima con incredulità la decisione di Maurizio Gucci di lasciarla dopo 13 anni di matrimonio e con due bambine piccole («Anche se avevo sempre una tata, va be’»). Poi subentra il rancore: «Sono arrivata anche a odiare Maurizio in certi giorni poi però la famiglia è sempre la famiglia». I due si separano ma lei resta sempre la signora Gucci. Le cose cambiano quando lui le chiede il divorzio: ha una nuova compagna, Paola Franchi.

Sono anni di litigi e accuse (in una telefonata lei gli dice: «Sei un’escrescenza deforme, sei un’appendice dolorosa […] l’inferno per te deve ancora venire») che portano a un accordo di divorzio stellare: Patrizia riceverà l’equivalente di un milione di euro all’anno. Ma quando Maurizio Gucci decide di sposarsi di nuovo, nella ex moglie inizia a farsi strada l’idea di farlo eliminare. È il 1994, un anno prima del delitto. Patrizia Reggiani racconta candidamente: «Andavo in giro e chiedevo a tutti, anche al salumaio: “Ma c’è qualcuno che ha il coraggio di ammazzare mio marito?». E ancora: «Io ho un difetto, non so mirare e non conosco la portata di una pistola: non lo potevo fare da sola. E ho trovato questa “Banda Bassotti” che me lo ha fatto».

Entrano in scena allora la maga napoletana Pina Auriemma, grande amica poi diventata nemica, e gli altri tre uomini condannati poi insieme alle due donne per il delitto: Maurizio Gucci viene ucciso la mattina del 27 marzo 1995 con tre colpi di pistola nell’androne di casa.

Guarita dal cancro la Reggiani torna a casa e riprende la vita di sempre. Alle colazioni con le nobildonne dell’alta società comincia a preferire la compagna di una signora napoletana, Pina Auriemma, trapianta da Portici a Milano dopo il fallimento del suo negozio ‘Gucci’, in Campania. Nessuno in famiglia vedeva di buon occhio l’intimità di Patrizia con quella donna che le leggeva le carte, tanto da guadagnarsi l’appellativo di ‘maga’. Un po’ dama di compagnia un po’ faccendiera, Auriemma si conquista la fiducia della signora assecondando la sua ossessione per l’ex marito, tanto che quando anche a lei viene fatta la solita richiesta di trovare un modo di eliminare il signor Gucci, Pina le risponde di sì. La macchina omicida si mette in moto e la mattina del 27 marzo ’95, Maurizio Gucci muore.

Patrizia Reggiani conosce Giuseppina, Pina Auriemma, a Ischia nel 1977. Sono due donne completamente diverse ma legano subito. Le due sono state amiche per anni, anzi: «Eravamo come sorelle», dice Auriemma nel documentario. Certamente Lady Gucci aveva bisogno di una confidente, di sicuro la maga napoletana era interessata ai costosi regali e benefit che quell’amicizia vip le garantiva. Auriemma sarà una figura fondamentale nell’organizzazione dell’omicidio di Maurizio Gucci.

«Ha chiesto a tutta Milano di trovare un assassino – racconta riferendosi all’ex amica Patrizia -. Certamente molte persone non l’hanno presa sul serio, l’unica cretina sono stata io». È infatti Auriemma a rivolgersi a un portinaio di sua conoscenza, Ivano Savioni, per mettere a punto quella che forse inizialmente vorrebbe essere solo una truffa per sottrarre centinaia di milioni di lire alla Reggiani. Ma davanti alle insistenze di Lady Gucci, Savioni contatta poi Orazio Cicala, ristoratore con contatti nella piccola criminalità, che a sua volta trova il killer, l’esecutore materiale: il muratore Benedetto Ceraulo.

Condannata in via definitiva a 19 anni e mezzo, Auriemma ha scontato 13 anni di reclusione e ha lasciato il carcere di San Vittore a luglio 2010.