Il Canto V del Paradiso della Divina Commedia, racconta l’ultima questione affrontata da Beatrice, prima di passare nel cielo di Mercurio. La questione riguarda il problema della libertà dell’uomo, già parzialmente accennata nel precedente canto.

Rapporto tra voti a Dio e Libero arbitrio

Dopo le spiegazioni di Beatrice del Canto III, Dante è ancora assalito dai dubbi riguardo il rapporto tra i voti a Dio e il libero arbitrio. Beatrice chiarisce la questione spiegando che il voto si basa sul sacrificio della libera volontà, e che quindi non può essere sostituito in alcun modo, dato che è il massimo dono concesso a Dio.

Le due parti dei voti a Dio

La Chiesa può concedere la dispensa dai voti solo in alcuni casi particolari. Questo è possibile dato che il voto e costituito da due parti: la convenenza, costituita dal patto con cui gli uomini si impegnano verso Dio, e la materia che consiste in cosa si sacrifica a Dio. Secondo la convenzione del Paradiso, il patto può essere cancellato solo tramite l’adempimento del voto, mentre la materia può essere dispensata soltanto dalla Chiesa, se lo ritiene necessario.

L’avvertimento di Beatrice ai cristiani

A questo punto Beatrice si rivolge ai cristiani, esortandoli a una maggiore ponderazione nel prendere i propri voti. Come esempio di questo avvertimento, Beatrice cita il giudice di Israele Iefte e Agamennone, che per la loro superficialità nel fare voti dovettero sacrificare le proprie figlie agli dei.

Il cielo di Mercurio

Intanto Dante e Beatrice ascendono al cielo di Mercurio dove risiedono le anime che in vita erano stati attivi per il loro spropositato desiderio di ottenere la gloria. In questo cielo la letizia di Beatrice è tale da illuminare persino il pianeta che li ospita.

Dante incontra l’imperatore Giustiniano

Nel cielo di Mercurio Dante incontra vari spiriti, tra i quali si distingue l’imperatore romano Giustiniano, che è il personaggio principale del canto successivo.

Sonia Faseli

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