Vladimir Nabokov è stato uno scrittore, poeta, saggista, critico letterario russo naturalizzato statunitense. Nacque a San Pietroburgo il 22 Aprile 1899 e morì in Svizzera nel cantone di Vaud a Montreux nel 1977. Egli divenne famoso in tutto il mondo grazie al suo romanzo Lolita, scritto in lingua inglese, pubblicato a Parigi e solo successivamente tradotto anche in lingua russa dallo stesso autore.

Vladimir Nabokov, lo scrittore dalla penna rivoluzionaria: vita e opere

“Penso come un genio, scrivo come uno scrittore brillante e parlo come un bambino”.

Vladimir Nabokov

Nabokov era figlio di un importante politico russo che portava il suo stesso nome e di Elena Ivanovna Rukavišnikova. La sua era una nobile famiglia “sanpietroburghese”, infatti sin da bambino imparò perfettamente il russo, l’inglese e il francese poiché erano idiomi parlati giornalmente anche dai suoi genitori. Nel 1917 si trasferirono a seguito della Rivoluzione Russa prima in Crimea e poi in Gran Bretagna. Nel 1922 Nabokov si laureò presso il Trinity College dell’Università di Cambridge. Nello stesso anno si trasferì a Berlino dove fu assassinato suo padre. Successivamente si stabilirono a Parigi dove trovarono amicizie tra gli immigrati russi. Nel 1924 sposò Vera Slonim, traduttrice ed editrice, dalla quale ebbe un figlio nel 1934. Nel 1940 si trasferì negli Stati Uniti e successivamente fu docente di letteratura russa per ben undici anni presso la Cornell University di Ithaca. Famoso il suo corso di scrittura seguito da Thomas Pynchon, noto scrittore statunitense.

Stile e opere

Nabokov si definiva “sinestesico” ossia una persona che trova facilità nel percepire un fenomeno dell’esperienza mediante un differente senso. Questa è una caratteristica tipica del linguaggio poetico che prende il nome di sinestesia. Secondo lo scrittore anche sua moglie e suo figlio come lui erano sinesteti poiché erano soliti trovare una corrispondenza tra una lettera dell’alfabeto e un colore. Nabokov scrisse molte liriche di stampo simbolista. Tra i suoi romanzi si ricordano: “Maria”, “Re, donna, fante”, “La difesa di Luzin”, “L’occhio”, “Camera oscura”, “Gloria”, “Invito a una decapitazione”, “I bastardi” e molti altri fino al successo mondiale “Lolita”, con il quale Vladimir fece una perfetta descrizione della mentalità americana, mediante la presa in considerazione dei suoi ideali ma anche delle sue tristi perversioni.

Le tematiche toccate dallo scrittore nella prosa furono quelle tipiche della letteratura russa, ad esempio lo sdoppiamento esistenziale di Dostoesvkij, senza rimanere però uno scrittore “classicheggiante”. Sua caratteristica indiscussa fu, infatti, quella di fondere la sua anima russa con le nuove e rivoluzionarie forme di romanzo che stavano modificando la storia della letteratura.

Giusy Celeste

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