Ricorre oggi, 30 aprile, il 47esimo anniversario della fine della guerra in Vietnam. Fu la prima vera sconfitta politico-militare della storia degli Stati Uniti che dovettero accettare il totale fallimento dei loro obiettivi politici e diplomatici. Terminata con l’ingresso dell’esercito nord vietnamita e dei guerriglieri comunisti a Saigon, nel Vietnam del sud, viene posta la fine a una guerra definita fratricida. Ma andiamo all’origine di come è nato tutto questo.

Dopo pochi anni la fine della Seconda guerra mondiale che aveva devastato gli equilibri già precari degli stati, inizia il 1 novembre del 1955 quest’altro conflitto che vedeva schierate le due parti del Vietnam: quella Nord sotto il dominio comunista e quella del Sud, alleato con gli Stati Uniti d’America. Rivalità tra le parti nata in un clima ostile creato da contrasti territoriali, interessi ideologici e geopolitici di Russia e Stati Uniti, chiamato “Guerra fredda“. In una situazione già di forte precarietà si assiste a escalation militare, caratterizzata da un continuo aumento dell’impegno statunitense da un punto di vista militare e politico.

L’epilogo della guerra in Vietnam

Il prezzo che gli Stati Uniti hanno pagato in termini di vite umane è molto alto, si contano circa: 58.220 soldati statunitensi che hanno perso la vita; 250.000 militari sudvietnamiti deceduti per non contare i 3 milioni di vittime stimate tra i soldati del nord ed i civili. La fine di quest’orrore avvenne il 30 aprile 1975 quando i carri armati dell’esercito popolare vietnamita conquistano la città di Saigon, immediatamente preceduta dall’evacuazione dei civili statunitensi ancora presenti nella capitale del Vietnam del Sud.

Nonostante la fine della guerra ancora oggi si vedono gli strascichi che continuano a segnare vite umane. Nei territori dello scontro nascono dopo ancora 40 anni bimbi con malformazioni a causa delle sostanze chimiche usate che contaminano avvelenando foreste e campi coltivati. Ma a subirne le conseguenze sono anche i veterani sopravvissuti, molti dei quali dovranno convivere con un disturbo da stress post-traumatico rendendogli invalidante la quotidianità. Dietro di sé questo triste avvenimento della storia si lascia vite umane, sofferenza e ricordi indelebili nella vita di chi ha dovuto affrontare tutto questo ingiustificato massacro.

Francesca Agnoletto

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