Continua il monitoraggio dell’epatite acuta di natura non conosciuta che contagia i bambini. L’epidemia “purtroppo sembra galoppante. Il 5 aprile i casi in Inghilterra erano 10, di cui uno con necessità di trapianto di fegato, e una settimana dopo 74”, dice in un’intervista a La Stampa Annamaria Staiano, professoressa ordinaria di Pediatria a Napoli e presidente della Società italiana di pediatria

Maggiore ribadisce che in caso di ittero “necessariamente il bambino deve essere portato subito al pronto soccorso”. A questo punto, spiega Francesco Vaia, direttore generale dello Spallanzani a Il Messaggero, “l’Oms raccomanda di eseguire test su sangue, siero, urina, feci e campioni respiratori, nonché campioni di biopsia epatica, con un’ulteriore caratterizzazione del virus che includa sequenziamento”. Una volta diagnosticata l’epatite, spiega ancora Maggiore, “la base della presa in carico è la terapia di supporto, che riceveranno in un centro specialistico. Occorre poi controllare giornalmente i parametri di funzione, valutare se hanno dei problemi riduzione del fattore di coagulazione”. Bisogna quindi evitare di somministrare ai bambini farmaci a casa che si possono rivelare inutili: “La cura per l’epatite non è specifica – ribadisce Maggiore – Non dimentichiamo che quando è in corso un’epatite nei bambini, in genere il fegato che viene danneggiato ha però la grossa capacità di rigenerarsi. Ma bisogna dargli il tempo”.

Cosa causa l’epatite acuta in età pediatrica? Al momento ci sono ancora solo ipotesi. I ricercatori anglosassoni che per primi hanno descritto l’epidemia si dicono “sconcertati”, riporta Qn, e  molti ipotizzano che dietro ci sia un microorganismo della famiglia degli adenovirus o un “ibrido in qualche modo imparentato con una delle ultime varianti del Sars-Cov2”.

Sembra appurato che queste forme aggressive di epatite non appartengano a quelle note A, B, C, D ed E. È possibile che alla base dell’epidemia ci sia un nuovo virus, riporta la Stampa che riporta tra gli altri il parere dell’infettivologo Massimo Galli, che lancia il sospetto che la causa sia un virus “che finora non abbiamo ancora inquadrato”. Seppur escluda legami col Covid o col vaccino. 

Una bambina veronese di 10 anni ricoverata da venerdì scorso potrebbe aver contratto “l’epatite acuta pediatrica di origine sconosciuta” su cui sta indagando l’Oms. Si tratta del quarto caso inserito ufficialmente nel monitoraggio avviato il 14 aprile dal ministero della Salute, anche se quelli sospetti in Italia sono almeno una decina.    

Nella bambina, che accusava diarrea, vomito e aveva un colore itterico, sono state riscontrate le transaminasi epatiche alte, indice evidente di danni al fegato. Negli ultimi giorni le sue condizioni generali sono migliorate e i suoi enzimi epatici stanno scendendo dai valori di allerta, hanno riferito i medici citati da L’Arena. 

L’epatite acuta che si sta diffonde tra i bambini partita in Inghilterra ed è arrivata in America passando per l’Europa. L’Oms ha indicato come possibile causa un adenovirus ma non è l’unica ipotesi.

Al 21 aprile nel mondo erano stati segnalati almeno 169 casi di epatite acuta di origine sconosciuta da 11 Paesi nella regione europea e in un Paese nella regione delle Americhe dell’Oms.