A Uvalde, Texas, un ragazzo ha parcheggiato l’auto che guidava, raggiunto il campus della scuola elementare Robb Elementary School e, armato di fucile e pistola semiautomatica, ha iniziato a sparare.

I movimenti dell’attacco sono ancora sconosciuti agli investigatori. Per il momento però sappiamo che il 18enne artefice della sparatoria Salvador Ramos, prima di recarsi scuola, avrebbe sparato anche alla nonna. L’attacco è già stato definito uno dei peggiori avvenuto in una scuola da anni. Il sono bilancio conta infatti 22 vittime, di cui 19 bambini, 2 adulti e lo stesso Ramos, rimasto ucciso nell’intervento delle forze dell’ordine. Ci sono stati anche feriti, due dei quali, un adulto ed un bambino, sono al momento ricoverati in “condizioni critiche” all’ospedale University Health, a San Antonio.

Biden: “Dobbiamo opporci alla lobby delle armi”

Il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha subito voluto commentare l’accaduto con un discorso alla Casa Bianca: “Come nazione dobbiamo chiederci, in nome di Dio, quando ci opporremo alla lobby delle armi”. Per dare però la vera misura di come l’America sia sotto shock, Biden ha sottolineato di essere “stanco di tutto questo”. “Dobbiamo agire, dobbiamo trasformare il dolore in azione. E non ditemi che non possiamo fermare i massacri. Perché vogliamo rassegnarci ai massacri? Perché continuiamo a lasciare che tutto questo succeda?”.

Sono domande alle quali il Presidente stesso ancora cerca una risposta. Biden ha però ribadito che chiederà al Congresso di agire, di mettere un reale freno alla circolazione delle armi. Annunciando poi di aver anche ordinato che le bandiere americane sventolino a mezz’asta, il Presidente ha ribadito in chiusura “dobbiamo contrastare la lobby delle armi”.

I precedenti dell’attacco in Texas

Alle parole del Presidente Biden si aggiungono quelle della Vicepresidente Kamala Harris: “I nostri cuori continuano a spezzarsi”. Solo negli ultimi 23 anni infatti ci sono state negli Stati Uniti 11 sparatorie solo nelle scuole.

La scia di sangue parte da Columbine, in Colorado, dove il 20 aprile 1999 2 studenti di 17 e 18 anni della Columbine High School hanno ucciso armati fino ai denti 12 compagni di classe e un insegnante in pochi minuti, concludendo l’attacco con il loro stesso suicidio nella biblioteca. Il bilancio sarebbe però potuto essere molto più elevato se i due studenti fossero riusciti a far esplodere le bombe artigianali che avevano piazzato.

Come questa molte sono le sparatorie avvenute nelle scuole. La Virginia, 16 aprile 2007; il Connecticut, 14 dicembre 2012; l’ Oregon, 1 ottobre 2015; Texas, 18 maggio 2018 e arriva in California, 14 novembre 2019 e Michigan, 30 novembre 2021, e ancora molte altre. Al momento è la strage avvenuta il 14 dicembre 2012 in Connecticut, presso la scuola elementare Sandy Hook di Newton, a contare il più alto numero di persone uccise in una scuola elementare americana, ma è anche la quarta più tragica in assoluto negli Stati Uniti.

Ginevra Mattei

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