Il settore moda si sta impegnando a favore della sostenibilità, concentrandosi sull’innovazione dei materiali, per garantire un lungo ciclo di vita del prodotto. La qualità e l’artigianalità vengono messe al primo posto, accompagnate da studi innovativi volti al mondo high tech. I materiali proposti sono di riciclo, si punta quasi ad “immortalità” della materia, concedendo diverse, se non infinite, possibilità.
Negli ultimi anni è emersa una crescente consapevolezza sull’impatto che il settore moda ha sul cambiamento climatico. I brand si schierano dalla parte dell’ambiente e diventano più green sia da un punto di vista di produzione che di scarto. La sostenibilità è una responsabilità. Siamo responsabili verso e per il nostro pianeta.
I brand sostenibili
AVAVAV è un marchio di moda fiorentino diretto dalla designer Beate Karlsson. La missione del brand è quella di recuperare i tessuti di lusso inutilizzati dalle grandi produzioni locali per creare abiti dal forte impatto estetico. Il progetto è la dimostrazione che grazie ad un perfetto mix di sartorialità, design d’avanguardia e riciclo di materiali, si può dar vita non solo a creazioni innovative, ma anche storicamente affascinanti. Basti pensare ad un capo con patchwork di tessuto riciclato da un luxury brand, carico di storia e qualità artigianale e “rianimarlo” in un secondo design più moderno.
Stella McCartney, brand da anni sostenibile, propone prodotti di pelle naturale vegetale, come la pellemela, ricavata dagli scarti della frutta. Presenta nella collezione P/E 2022, una nuova borsa, la “Frayme Mylo”. La prima borsa realizzata completamente dalla lavorazione del fungo, ciò segna un importante traguardo nell’utilizzo dei tessuti vegani nella moda. Il nuovo prodotto punta ad essere iconico nel brand, che vanta di questa nuova fibra brevettata dall’azienda Bolt Threads.
La sostenibilità ha un nemico e si chiama Fast Fashion
Essere un brand sostenibile significa scegliere un paradigma in grado di mettere davanti il benessere dell’ecosistema al profitto aziendale. Un modello come quello del fast-fashion non è più tollerabile a livello ambientale. La catena di produzione di questi colossi aziendali, producono un consumo eccessivo e spreco di materiali. L’obiettivo nel loro caso è di produrre in larga scala, investendo sulla quantità ma riducendo drasticamente la qualità. In questo modo il prodotto ha un breve ciclo di vita e causa profondi danni ambientali e sociali.
Uno dei brand fast fashion più in tendenza del momento è SHEIN. Il suo target di riferimento è la Generazione Z, giovanissimi che vengono attratti dal basso costo dei prodotti e dal design in linea con le ultime tendenze proposte da celebrità e influencer. La qualità dei materiali è scadente e non sono controllati, realizzati con fibre sintetiche con all’interno micro-plastiche che non solo inquinano l’ambiente ma sono nocive per l’uomo. Il punto di forza dei brand fast fashion è la comunicazione, poiché adottano un linguaggio giovane, semplice e diretto che attrae un target di popolazione molto ampio.
Salvatore Ferragamo segue l’onda della sostenibilità
Salvatore Ferragamo propone in passerella look ridotti al minimo, sia nei decori che nei dettagli: i pantaloni hanno una sola cucitura, i gilet diventano top e le giacche hanno la chiusura sfalsata. Lo stilista strizza l’occhio ai giovani della GenZ seguendo la sostenibilità: dal pvc trasparente usato in diversi look che è biodegradabile, al legno degli zoccoli che è stato ricavato dagli alberi caduti a causa di rovesci temporaleschi. La collezione presenta numerosi materiali e componenti realizzati responsabilmente: dalla pelle conciata senza cromo, alla lana e il cashmere derivanti da fibre riciclate.
Investire in un prodotto di qualità eccellente e controllato è una scelta sostenibile. Il basso costo non dovrebbe essere la chiave del nostro acquisto. L’individuo ha la facoltà di scegliere acquistando consapevolmente capi a costi irrisori e di scarsa durata, oppure investire in prodotti che si, hanno costi maggiori ma una lunga durata, un materiale eccellente e linee sartoriali che non passano mai di moda. La sostenibilità punta sull’artigianalità e sull’heritage di un brand, basti pensare a Max Mara. L’iconico capotto presenta un inconfondibile e intramontabile silhouette che sarà sempre di tendenza. Il brand unisce questa peculiarità al recupero e riutilizzo dei materiali, senza necessità di un ulteriore consumo di materie prime.
Silvia Colaiacomo