La sottovariante BA.5 è più contagiosa rispetto alle altre sottovarianti di Omicron a causa di almeno due mutazioni, che le permettono di legarsi alle cellule umane in modo più efficace.
Sottovariante BA.5: picco di casi in Portogallo
Nonostante l’aumento delle temperature perché è arrivata finalmente l’estate, il picco di casi in Portogallo allerta la comunità scientifica internazionale sul comportamento di una nuova sottovariante di Omicron denominata BA.5, che potrebbe essere molto più contagiosa delle precedenti.
I dati sono online sulla piattaforma BiorXiv, che accoglie studi non ancora sottoposti alla revisione della comunità scientifica, e sono il risultato di una ricerca condotta in Giappone e coordinata da Izumi Kimur, dell’Univesità di Tokyo. “Questo spiegherebbe l’aumento dei casi in Portogallo – dice all’ANSA il virologo Francesco Broccolo, dell’Università Bicocca di Milano – e indica che è davvero prematuro affermare che il virus SarsCoV2 si stia indebolendo“.
BA.5 rappresenta il 37% del virus in circolazione
E’ da inizio giugno che il Portogallo registra casi e decessi da Covid-19 in aumento, con bilanci giornalieri più alti da febbraio: numeri tutto sommato modesti ma che esprimono una tendenza opposta rispetto a quelle degli altri Paesi europei, dove i tassi di casi sono sempre diminuiti negli ultimi due mesi. Secondo gli ultimi dati dell’Università americana Johns Hopkins, i casi di Covid-19 in Portogallo sono passati dagli 11mila registrati all’inizio di aprile a circa 28mila. Di questi, secondo gli studi più recenti la sottovariante BA.5 rappresenta il 37% del virus in circolazione.
La sottovariante BA.5 è arrivata quasi contemporaneamente alla BA.4 e, secondo i dati più recenti dell’Agenzia britannica per la sicurezza sanitaria (UKHSA), relativi all’8 maggio scorso, allora in Portogallo rappresentava il 18,47% del virus SarsCoV2 in circolazione, contro le percentuali decisamente inferiori di altri Paesi europei, come Germania e Gran Bretagna (in entrambe pari all’1,28%) e poi Francia (0,88) e Danimarca (0,41%).
I dati italiani dell’Istituto Superiore di Sanità indicavano che al 3 maggio la sottovariante BA.5 costituiva lo BA.5 0,4% del virus SarsCoV2 in circolazione nel Paese. Intorno al 20 maggio la circolazione della BA.5 in Portogallo era già aumentata al 37%.
Le motivazioni che permettono di mettere in relazione la presenza della BA.5 con l’aumento dei casi in Portogallo
Secondo il virologo Broccolo sono tre i motivi che permettono di mettere in relazione la presenza della BA.5 con l’aumento dei casi in Portogallo.
Il primo consiste nel fatto che “le sottovarianti BA.4 e BA.5 sono molto simili fra loro perché hanno entrambe la mutazione L452R, che da sola è in grado di far cambiaremoltissimo la struttura della proteina Spike, con la quale il virus aggancia le cellule umane”, osserva il virologo. “Non è una mutazione nuova – prosegue – perché il il virus l’aveva già selezionata nelle varianti Delta e Lambda e la sua presenza aumenterebbe il numero di riproduzione, ossia renderebbe le due sottovarianti più contagiose rispetto ad altre sottovarianti di Omicron, come BA.1 e BA.2″.
Il secondo elemento è fornito dai dati secondo i quali “le due sottovarianti sfuggirebbero di più agli anticorpi, sia a quelli generati dal vaccino sia a quelli generati dalle infezioni causate da BA.1, BA.2 e BA.2.12.1″.
Infine, il terzo elemento riguarda il fatto che, come la variante Delta, anche la BA.5 è sinciziogena, ossia le cellule polmonari infettate dal virus si fondono con quelle adiacenti sane non infettate. Rileva il virologo che: “Questa caratteristica è stata dimostrata in vitro su colture cellulari ma sappiamo che c’è una correlazione tra il potere fusogenico di una variante osservata in vitro e il suo grado di patogenicità in vivo, come dimostrato anche dalla sua maggiore virulenza in esperimenti condotti su animali “.
Alla luce di questi elementi, secondo Broccolo: “sorgono dei dubbi su quanto si è detto finora, a proposito del fatto che il virus da si evolve verso un’attenuata patogenicità”. In passato, racconta che “l’arrivo della variante Delta ha dimostrato che questa era più patogena rispetto al virus ancestrale, poi è arrivata la Omicron BA.1, che aveva una patogenicità inferiore a quella della Delta, e adesso stiamo vedendo che BA.4 e BS.5 sono più patogene rispetto a BA.2 e hanno recuperato due mutazioni della Delta. Tenendo in considerazione queste osservazioni sottolinea il virologo, “dobbiamo dire che il virus SarsCoV2 non necessariamente si evolve per divenire un virus attenuato e non possiamo prevedere quando ciò accadrà“.
Omicron BA.4: “non è né peggiore né migliore delle altre Omicron tradizionali”
L’allerta sulla presenza di BA.5 era stata lanciata a metà maggio dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), quando la sottovariante era entrata a far parte del gruppo delle Voc (Variant of concern) con le altre sottovarianti di Omicron BA.4, BA.2 e BA.1. Però, secondo l’infettivologo dell’Università di Pisa, Marco Falcone, “Questa sottovariante della variante Omicron “non è né peggiore né migliore delle altre Omicron tradizionali. Dà infatti gli stessi sintomi da raffreddamento: starnuti, congestione nasale, tosse, un po’ di febbre. Per chi ha tre dosi di vaccino assomiglia ad un raffreddore. Nei non vaccinati anche la Omicron può causare una polmonite o una malattia grave”.
Questa sottovariante risulta in lieve crescita anche in Germania, dove secondo il bollettino settimanale dell’agenzia tedesca per il controllo delle malattie, il Robert Koch Institute, afferma che la quota di casi di BA.5 è circa raddoppiata ogni settimana nell’ultimo periodo, passando dallo 0,2% dei casi alla fine di aprile al 5,2% del 22 maggio. Nonostante questo aumento l’incidenza di BA.5 in Germania rimane marginale, e gran parte dei tedeschi positivi è affetto dalla sottovariante BA.2, dominante nel Paese.
In Italia, al 3 maggio la Omicron Ba.5 costituiva lo 0,4% del virus in circolazione nel Paese, una percentuale trascurabile ma che mantiene alta l’attenzione dei ricercatori poiché, come ha affermato ad Ansa l’infettivologo Giovanni Galli, dati come questo dimostrano come il virus continui a mutare e circolare: “È un dato di fatto che nell’Africa australe ci siano condizioni quasi perfette perché si possano sviluppare nuove varianti, che si selezionano casualmente e che se hanno modo di prendere il sopravvento lo fanno, proprio come BA.5. Su questa specifica sottovariante non abbiamo elementi che ci dicano che sia in grado di eludere i vaccini e provocare una forma grave della malattia, ma le evidenze suggeriscono che possa comunque provocare l’infezione”.
Roberto Speranza: “la pandemia non è conclusa”
Dopo esser intervenuto in una giornata di studi organizzata dall’Università di Perugia, il ministro della Salute Roberto Speranza si è espresso riguardo le preoccupazioni dovute alla nuova sottovariante di Omicron: “In questo momento i numeri ci dicono che siamo in una fase migliore, ma non significa che la pandemia è conclusa. Continuiamo con il nostro percorso tenendo un livello di attenzione e di monitoraggio ma anche di fiducia. Domani è prevista la nostra costante procedura di monitoraggio per verificare la prevalenza delle diverse varianti nel nostro Paese, ma il nostro tasso di vaccinazione è tra i più alti d’Europa e questo ci dà uno scudo protettivo importante“.
Teniamo presente che molti virologhi, come ad esempio Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario del Galeazzi di Milano, temono che questa variante in futuro potrebbe essere un problema, nonostante i numeri in Italia sono in calo: “Temo che questa sottovariante diventerà dominante perché ha caratteristiche per esserlo – afferma – . Ciò che vediamo in Portogallo rappresenta per noi un monito rispetto a ciò che potrebbe verificarsi più avanti”.
Valeria Muratori