Mariupol, oltre alle critiche condizioni in cui versa a causa dei continui attacchi subiti, si sta ora trasformando in una vera e propria bomba sanitaria ad orologeria. I russi avrebbero quindi iniziato a mettere la città di Mariupol in quarantena a causa di un allarme colera che ha colpito diverse aree e che preannuncia una rapida diffusione.

Sembra infatti essersi negli scorsi giorni diffusa un’epidemia di colera nella città conquistata dai russi dopo un lungo assedio.

La condanna a morte di Mariupol

Le condizioni in cui riversa Mariupol continuano a peggiorare, come fosse condannata a quella stessa pena di morte di cui la Duma discute in questi giorni e che si intende ristabilire. Stando alle fonti ucraine, mancherebbero cibo e acqua mentre i corpi delle vittime si starebbero accumulando come i rifiuti nella città. Petro Andryushchenko, consigliere del sindaco di Mariupol, ha dichiarato alla televisione ucraina che la città si sta preparando per un’epidemia di colera che avrebbe costretto i funzionari russi locali ad iniziare a porre la città portuale in quarantena. Le informazioni diffuse da Andryushchenko provengono in realtà da fonti scelte rimaste in loco, avendo il consigliere lasciato la città all’inizio della guerra.

Dalle dichiarazioni rilasciate sappiamo che ci sarebbero già diversi casi isolati, di cui i primi denunciati risalirebbero al primo giugno, proprio nelle aree dove la maggior parte delle strutture è già stata distrutta dai raid russi. Il Kiev Indipendent, citando il Ministero della Sanità ucraino, ha fatto sapere che le sepolture di massa e l’accesso limitato all’acqua potabile non fanno che alimentare il rischio colera. Oltre ai già citati fattori di sepoltura di massa e mancanza di acqua potabile, il Viceministro della Salute ucraino è stato chiaro nel avvertire che “i rischi aumenteranno gradualmente data la temperatura dell’aria, perché il caldo può contribuire alla diffusone di malattie infettive”.

La crisi dei sopravvissuti di Mariupol

Andriushchenko ha aggiunto alle sue dichiarazioni anche particolari riguardo la situazione disastrosa nella quale riversa la città e che coloro che sono ancora in vita devo sopportare cercano di sopravvive. Secondo quanto riportato, circa 10mila residenti sarebbero imprigionati in sei campi di filtrazione, mentre un altro gruppo composto di 1.500/2.000 persone sarebbe stato costretto a. fare la fila ogni giorno davanti all’ex centro commerciale Metro nella speranza di ricevere i pochi aiuti alimentari disponibili dalle autorità russe. Sembra infatti che Mosca sia in grado di offrire solo 400 pacchi quotidianamente, una quantità chiaramente insufficiente a sfamare l’intera popolazione di Mariupol.

“La gente sta invano in fila per sei ore nel caldo e al sole. Non c’è acqua potabile e non è possibile reperirla da nessuna parte nel territorio. Negli ultimi giorni ogni ora almeno dieci persone vengono portate in ospedale per svenimento. La puzza che giunge dall’obitorio, a 200 metri di distanza, diventa ogni giorno più intensa”, ha dichiarato Andriushchenko.

Ginevra Mattei