Secondo il codice penale italiano il revenge porn è un reato. L’articolo 612-ter prevede infatti che venga punita la diffusione illecita di immagini o di video sessualmente espliciti

Il reato di revenge porn in Italia

In Italia fino al 2019 non esisteva alcuna normativa per punire il reato di revenge porn. L’ unico strumento di cui la vittima poteva avvalersi era fare riferimento ai reati di diffamazione, estorsione e violazione della privacy. 

In seguito ad un dibattito scaturito dai vari casi di revenge porn, è stata introdotta una figura delittuosa autonoma, volta a reprimere questo fenomeno. L’articolo del codice penale che se ne occupa è il 612-ter, rubricato “Diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti”. 

La nuova disposizione è entrata in vigore il 9 agosto 2019, con il titolo di “Codice Rosso“. Questa legge ha introdotto nuove disposizioni per la tutela contro la violenza domestica e di genere. L’articolo 10 della nuova normativa ha disposto che: “chiunque, dopo averli realizzati o sottratti, invia, consegna, cede, pubblica o diffonde immagini o video a contenuto sessualmente esplicito, destinati a rimanere privati, senza il consenso delle persone rappresentate, è punito con la reclusione da uno a sei anni e con la multa da euro 5.000 a euro 15.000.”

La fattispecie in questione persegue coloro che diffondono illecitamente fotografie o video che mostrano persone impegnate in attività sessuali o ritratte in pose sessualmente esplicite. Il tutto in assenza del consenso espresso dal diretto interessato, ovvero delle persone coinvolte.

Un caso recente in Italia

Uno dei casi più recenti in Italia in tema di revenge porn ha colpito una giovane donna, vittima anche di stalking, insulti e aggressioni.

La donna ha denunicato l’ex compagno 32enne presso la Procura di Tivoli, dopo aver subito queste violenze per oltre un anno e mezzo. Il gip ha ordinato l’arresto dell’uomo, accusato sia della diffusione illecita di immagini sessualmente esplicite che di stalking. 

La vittima ha riferito alle autorità che l’accusato non ha accettato la fine della loro rapporto e che, per questo, l’ha pedinata e picchiata numerose volte. La donna ha aggiunto che l’ex fidanzato ha postato sui social foto e video di lei in atteggiamenti intimi, che lei gli aveva inviato precedentemente, quando ancora stavano insieme. 

Una prima denuncia non avrebbe fatto desistere l’uomo dagli atti persecutori nei confronti della donna. La vittima ha aggiunto che, durante la relazione, l’uomo non solo le controllava il telefono e i social, ma decideva anche cosa dovesse indossare o mangiare, portandola in ultimo ad isolarsi da tutti i suoi affetti. La giovane ha infine denunciato di aver ricevuto tantissime mail piene di minacce, anche di morte. 

Francesca Mazzini

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