Benvenuti nell’universo cinematografico di Movie Award. Faremo un viaggio a Venezia alla scoperta di un film che ha vinto il Leone d’oro. Parleremo di donne, di aborto e di Inghilterra. Abbiamo dedicato questa puntata a “Il segreto di Vera Drake” di Mike Leigh
“E’ una storia inventata che tuttavia trae ispirazione dalla realtà, perchè migliaia di donne hanno fatto, e in certi casi e in certi luoghi continuano a fare, quello che lei fa nel mio film, perchè ce n’era bisogno”
Cosi Mike Leigh parlò del suo film “Il segreto di Vera Drake”. Al centro di questa pellicola un tema complesso e attualissimo come quello dell’aborto raccontato in una storia volutamente spostata nell‘Inghilterra degli anni 50‘ per evitare sterili polemiche. Leigh ovviamente rinuncia a quasi sempre in questa pellicola ad un discorso morale e ideologico in nome di una maggiore importanza dello spazio narrativo in cui si muovono i personaggi. Tra di essi spicca proprio Vera Drake magistralmente interpretata da Imelda Staunton che vinse per questa pellicola la Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile.
“Il segreto di Vera Drake”, è giusto infrangere la legge per buoni propositi
In “Il segreto di Vera Drake” Mike Leigh utilizza uno stile di regia e di fotografia classico che con un montaggio fortemente lineare rende perfettamente la forte complessità dei personaggi di cui nessuno passa mai in secondo piano. Anzi le loro reazioni sono state fortemente credibili perchè nessuno degli attori, tranne la Staunton, sapeva che il film fosse sul tema dell’aborto. Un fatto importante se si pensa che la pratiche abortistiche adottate dalla Drake vengono scoperte solo dopo dai suoi familiari in principio ignari di tutto. Un gioco sottile tra verità e menzogna che Leigh aveva già sperimentato in un altro capolavoro come “Segreti e bugie” in cui il rapporto tra una madre ed una figlia è condizionato da diverse cose nascoste tra le due.
La vittoria a Venezia e il caso Gianni Amelio
Mike Leigh per “Il segreto di Vera Drake” venne premiato con il Leone d’oro a Venezia 61 dalla giuria presieduta da John Boorman. Era la vittoria di un film su un tema complesso che, come rivelò lo stesso Leigh, era stato escluso da Cannes. Un verdetto che comunque lasciò qualche perplessità soprattutto per quel che riguarda la critica italiana. Molti addetti ai lavori, come il grande Tullio Kezich, si chiesero infatti come mai dai premi principali fosse estato escluso Gianni Amelio. Il famoso regista italiano infatti era in concorso in laguna con il bellissimo “Le chiavi di casa” sul delicato rapporto tra un padre ed un figlio con disabilità neuromotorie. Una pellicola che ha detta di molti avrebbe meritato di più di 4 premi collaterali come il Pasinetti.
Stefano Delle Cave
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