Carlo Calenda ha rotto l’intesa con Enrico Letta e scatena l’ira dei dem. “Il Pd ha fatto prima un patto con noi e poi ha fatto un patto, con contenuti contrari, con chi ha votato 55 volte contro la fiducia a Draghi, con chi dice di no a tutto, al termovalorizzatore, con chi in fondo è comunista, perché poi, alla fine della fiera è questo. E io ho detto a Letta, se firmi un patto e formalizzi questo la gente non ci capirà più niente, sembrerà un’accozzaglia di persone come erano Bertinotti, Turigliatto, Pecoraro Scanio”, ha detto il leader di Azione al Tg5. “Letta sapeva perfettamente che avrei rotto, lo sapeva Più Europa. Hanno pensato di tenerci dentro dicendo: sennò dovete raccogliere le firme. Raccolgo le firme, perché questa cosa qua è inguardabile”.
“Quelle di Emma Bonino “sono critiche totalmente in malafede – ha aggiunto Calenda -. Sapeva tutto e, non solo, ha sempre negoziato dalla parte del Pd. Il perché lo dovrà spiegare ai suoi elettori. Come fa una persona che si definisce atlantista” a stare “con chi vota contro la Nato e fa tutto contro l’Europa e contro l’agenda Draghi, lo dovrà spiegare Emma Bonino. Con grande affetto, ma Emma Bonino sapeva tutto e ha fatto una scelta, chiaramente una scelta che pagherà in termini di posti”.
Il PD aveva firmato sabato un accordo elettorale con SI-Verdi e con Impegno Civico, che però di fatto si sapeva avrebbero fatto parte della coalizione già prima che Azione decidesse di aderirvi.
Calenda da giorni aveva ingaggiato un duro scontro a distanza con Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana, e Angelo Bonelli, leader dei Verdi, portato avanti su Twitter e sui giornali. Il segretario del PD Enrico Letta e gli altri dirigenti avevano provato a mediare e a tenere insieme la coalizione, senza successo. La decisione di Calenda è stata comunque piuttosto sorprendente, per come è arrivata.
Calenda l’ha annunciata domenica pomeriggio alla trasmissione Mezz’ora in più di Lucia Annunziata, sostenendo che sia stata «sofferta» e spiegando in sostanza di non voler far parte di una coalizione che includa forze che hanno «votato 55 volte la sfiducia a Draghi», al cui governo invece secondo lui avrebbe dovuto ispirarsi il centrosinistra. A quel punto, secondo Calenda, tanto valeva mantenere l’alleanza con il Movimento 5 Stelle, che prima di contribuire alla sua caduta sosteneva il governo Draghi, e che nei sondaggi ha tre volte i consensi di SI-Verdi