Uno dei punti più caldi della campagna elettorale – dato il bacino elettorale enorme di 16 milioni di persone – e più facilmente spendibile politicamente dai partiti è indubbiamente il nodo pensioni. Le diverse misure sono volte a contrastare il disagio economico in questo periodo di rincari e a stabilire un punto deciso e fermo sull’età pensionabile, ma non solo. Al centro dell’intento riformistico è indubbiamente la riforma Fornero del 2011, già più volte criticata – tanto da essere diventata un “cavallo di battaglia” elettorale per Matteo Salvini – ma disposta in un periodo di recessione e imminente default in cui la spesa pubblica doveva essere fortemente limitata. Superare la Fornero, sì, ma in che direzione? Quali sono le soluzioni e i progetti di riforma che riguarderanno tutti pensionati del paese?
Superare la Fornero: il nodo pensioni oltre la campagna elettorale, dai 1000€ garantiti di Berlusconi alla Quota 41 salviniana, le principali soluzioni dei partiti
Per il partito in testa nei sondaggi, Fratelli d’Italia, la questione pensionistica va risolta attraverso l’annullamento dell’adeguamento automatico dell’età pensionabile, insieme al ricalcolo delle “pensioni d’oro”, innalzamento delle pensioni minime, sociali e d’anzianità. Il partito di Giorgia Meloni propone anche specifiche agevolazioni fiscali per i pensionati e per tutti gli over 65, che riguarderanno, oltre il settore sanitario, anche attività sportive e canoni di locazione. Il Partito Democratico del segretario Letta vuole collegare la questione pensionistica a quella giovanile. Oltre all’introduzione di meccanismi flessibili di pensione – fin dai 63 anni -, prospettano anche l’anticipazione della stessa per lavoratori impegnati in lavori gravosi, usuranti, di cura familiare. Il PD propone inoltre il rinnovo di Opzione Donna – agevolazione in “rosa” – oltre all’attivazione di contributi da lavoro domestico e il part-time retribuito fin dai 66 anni.
Berlusconi ha invece promesso – d’altronde su TikTok, social non esattamente saturo di pensionati – l’innalzamento delle pensioni fino a una base minima di 1.000€ per 13 mensilità (insieme a misure specifiche come la gratuità delle prestazioni odontoiatriche). La Lega di Matteo Salvini ha invece il comparto più strutturale di riforma pensionistica: il partito prevede il riconoscimento di un anno di contribuzione figurativa, l’anticipo di pensione per ogni figlio, la pensione femminile a 63 anni con almeno 20 di contributi, la proroga dell’APE sociale, pensioni di garanzia a 1000€, fino alla fantomatica Quota 41: pensionamento per tutti i lavoratori con almeno 41 anni di contributi. Simili anche i prospetti del Movimento 5 Stelle. Il Terzo Polo designa invece l’innalzamento delle pensioni fino a un minimo di 850€. Italexit di Paragone prospetta l’anticipo dell’età pensionabile per il personale scolastico, mentre Sinistra Italiana – Verdi propone l’adeguamento pensionistico all’inflazione su base semestrale.
Alberto Alessi
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