Viaggiare è un privilegio, come lo è il confronto, l’apprendimento e il senso critico.
Conosco la Svizzera piuttosto bene in quanto facente parte del mio albero genealogico, ma non la conoscevo affatto per ciò che è diventata negli ultimi decenni.
L’aspetto su cui si concentrerà la mia analisi, è principalmente la sostenibilità, prezioso baluardo da preservare. In questo viaggio mi sono spostata in treno, a piedi, in bicicletta, cercando di mantenere uno stile di vita più sostenibile possibile. Ho soggiornato in due luoghi magici, una farm nei pressi di Lucerna e un ostello della gioventù nella città di Basilea che presentava persino una responsabile per la sostenibilità. Ma ci torneremo.

In Svizzera, lo sviluppo sostenibile e la sua promozione sono sanciti dalla Costituzione federale, tramite l’ispirazione alla definizione dell’ONU, secondo cui lo sviluppo risulta sostenibile se garantisce il soddisfacimento dei bisogni della generazione attuale senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri.

Ma torniamo nello specifico.

Perché la Svizzera è una meta di viaggio sostenibile?

Perché vanta una delle reti ferroviarie più vaste e capillari al mondo, riuscendo a collegare località piccole ed isolate con i grandi centri urbani in modo semplice e funzionale. La cittadinanza utilizza infatti ampiamente i trasporti pubblici, che vantano all’incirca 3 milioni di abbonamenti l’anno.
Per quanto riguarda il confronto internazionale sull’ambito della sostenibilità alimentare, la Svizzera risulta il paese con il più alto consumo di prodotti biologici pro capite, rendendo i commercianti svizzeri tra i primi in classifica per la produzione dei prodotti stessi.
La Svizzera vanta inoltre diciannove parchi, che coprono un ottavo della superficie del Paese e si continua a confermare uno dei paesi leader mondiali nel settore del riciclaggio e della gestione dei rifiuti.

Durante il viaggio ho avuto modo di dialogare con Michèle Seiler, responsabile della sostenibilità in ben quarantotto ostelli in tutta la Svizzera.
Gli ostelli della gioventù svizzeri fanno parte di una fitta rete che vanta all’incirca 50 strutture, quasi tutte fornite del riconoscimento più alto circa la sostenibilità.
Sostenibilità che non si ferma solo all’ambiente, ma si espande anche nel settore sociale ed economico. L’azione responsabile e sostenibile è parte integrante della missione degli ostelli della gioventù svizzeri dal 1994 e costituisce la base per una gestione equilibrata, economica, sociale ed ecologica.

Per quanto riguardo la sostenibilità ecologica, il consumo di energia e le emissioni derivanti dal funzionamento degli ostelli della gioventù, possono essere ridotti tramite l’ottimizzazione consapevole dei processi interni su base continuativa. I dipendenti stessi sono inoltre incoraggiati a viaggiare per lavoro e ad adoperarsi nel rispetto del clima, preferendo il trasporto pubblico all’auto o all’aereo. Anche gli ospiti sono motivati in tal senso, aiutandoli tramite un facile reperimento delle informazioni riguardo agli spostamenti sostenibili sui propri siti web e nella struttura.
Gli ospiti sono inoltre responsabili della raccolta differenziata. Ogni ostello della gioventù dispone di una stazione di riciclaggio in cui i materiali riciclabili possono essere smaltiti separatamente.

Sebbene gli SYH, (Swiss Young Hostel) siano un’organizzazione senza scopo di lucro, i servizi offerti devono garantire un reddito sufficiente per offrire al personale la continuità dell’organizzazione e un ulteriore potenziale di sviluppo. Il raggiungimento della sostenibilità economica è un costante gioco di equilibri.
Per quanto riguarda la sostenibilità sociale, l’obiettivo e lo scopo dei SYH è il turismo sociale, tramite la garanzia di un alloggio accessibile a tutte le persone con un budget ridotto ma con una qualità impeccabile ed un’accoglienza equa.
L’aspetto alimentare è curato tramite l’acquisto di prodotti freschi locali e la predilizione per un menù vegetariano e vegano.
L’ostello stesso inoltre, presenta una storia di rigenerazione urbana che lo ha reso un posto accogliente e ospitale partendo da una semplice fabbrica.
Gli ostelli della Gioventù svizzeri sono inoltre efficientemente dotati per il soggiorno di persone con disabilità.

Ultima ma non meno importante, lo staff dell’ostello di Basilea, presenta una percentuale del 50% di divisione nella ripartizione tra generi al fine di opporre resistenza al gender gap.

Che possa essere uno spunto da riproporre anche da noi?