Il Ros dei carabinieri ha arrestato Andrea Bonafede, quello vero, 59 anni, di Campobello di Mazara. È l’uomo la cui identità è stata utilizzata, almeno negli ultimi 12 mesi, dal boss castelvetranese Matteo Messina Denaro.

Bonafede è accusato di associazione mafiosa. Il provvedimento è stato disposto dal gip di Palermo su richiesta del procuratore capo Maurizio de Lucia e dell’aggiunto Paolo Guido.

Secondo il gip “occorre innanzitutto evidenziare che la difesa minimizzatrice tentata dal Bonafede allorché è stato sentito subito dopo l’arresto di Messina Denaro (il 16 gennaio 2023) è stata già documentalmente e quindi inconfutabilmente smentita dagli accertamenti investigativi che l’hanno seguita”.

“Si aggiunga – scrive il gip riprendendo la richiesta dei pubblici ministeri – che le condotte di Andrea Bonafede si sono protratte certamente per molti mesi: le parziali ammissioni della persona sottoposta alle indagini, alla luce dei preliminari riscontri raccolti, confermano che l’acquisto della abitazione e la cessione di un documento di identità sul quale apporre la propria fotografia risalgono ad un periodo risalente almeno al 27 luglio 2020 (epoca di acquisto della prima autovettura) o comunque al 13 novembre 2020 (epoca del primo intervento subito da Matteo Messina Denaro sotto le mentite spoglie di Andrea Bonafede)”. 

“Risulta inconfutabilmente accertato, innanzitutto – aggiunge il gip – l’utilizzo da parte del latitante Messina Denaro Matteo dell’identità del Bonafede, il quale, a tal fine, gli ha fornito, direttamente o indirettamente, la propria carta di identità (sulla quale il Messina Denaro ha apposto la propria effige fotografica), la tessera sanitaria (e, quindi, anche il codice fiscale), l’immobile nel quale abitare e le autovetture necessarie per gli spostamenti senza esporsi al rischio di essere individuato dalle Forze di Polizia da molti anni impegnate nella sua ricerca”.

Andrea Bonafede è stato molto più che un semplice prestanome di Matteo Messina Denaro. Ne sono convinti gli inquirenti che stanno scavando a fondo nella vita privata dell’uomo. A caccia di particolari che possono in qualche modo rendere l’attività investigativa ancora più proficua. Ieri l’arresto di Bonafede, 59 anni, geometra, che ha prestato la sua identità per permettere al latitante di poter viaggiare tranquillamente da una città all’altra e da una clinica all’altra.