Mentre Cospito si trova in ospedale da sabato pomeriggio in “via precauzionale” visto il “possibile rischio di aritmie fatali”, Repubblica e La Stampa anticipano la posizione della pubblica accusa in vista dell’udienza del 24 febbraio. “Superato dagli eventi”, si legge nel testo della requisitoria depositato martedì scorso, cioè prima della decisione di Nordio sulla richiesta avanzata dalla difesa. Annullare il 41 bis ad Alfredo Cospito, l’anarchico che sta facendo lo sciopero della fame per protestare contro questa misura. È questa la richiesta che la procura generale della Cassazione ha presentato in vista dell’udienza della Suprema Corte del prossimo 24 febbraio, secondo quanto riportato in due articoli della Stampa e di Repubblica.

Il 24 febbraio la Corte di Cassazione dovrà pronunciarsi sul ricorso, presentato dalla difesa dell’anarchico, contro la decisione del tribunale di sorveglianza di Roma di confermargli il regime del carcere duro.

La posizione della procura generale della Cassazione, sostanzialmente, è più aderente a quella di Giovanni Melillo, numero uno della Procura nazionale antimafia, che aveva sottolineato come per “contenere l’indubbia carica di pericolosità sociale del detenuto” potrebbe essere “idoneo” anche il regime “dell’alta sicurezza” con un rafforzamento sulla possibilità di comunicazione all’esterno. Uno spiraglio che il ministro ha deciso di non percorrere, visti pareri degli altri attori chiamati in causa, a iniziare dal procuratore generale di Torino, l’ufficio inquirente responsabile dell’esecuzione della pena, che aveva ribadito la fondatezza della decisione di applicare il 41-bis a Cospito, presa il 5 maggio 2022 dall’ex ministra Marta Cartabia.

Le condizioni dell’anarchico intanto preoccupano i medici: pesa 71 chili ed è a rischio di edema cerebrale e aritmie cardiache potenzialmente fatali, ha riferito il medico di parte all’avvocato Flavio Rossi Albertini. Cospito, 55 anni – che per protesta sta facendo uno sciopero della fame da 115 giorni ed ora rifiuta anche gli integratori – ieri pomeriggio è stato trasferito dal centro clinico del carcere di Opera al reparto di medicina penitenziaria dell’ospedale San Paolo di Milano.

Sono 11 gli anarchici portati in questura per essere identificati, dopo gli scontri con la polizia durante il corteo in solidarietà ad Alfredo Cospito e contro il regime del 41 bis. Già alla partenza da piazza XXIV Maggio verso viale Col di Lana, tutti i negozianti avevano deciso di abbassare le saracinesche temendo vandalismi. E non è passato molto tempo perché gli anarchici, oltre 400, cominciassero ad attaccare. Poco più avanti, in viale Bligny, vicino all’Università Bocconi, sono cominciati i primi lanci di pietre e gavettoni contro i giornalisti, per poi danneggiare la vetrina di una banca e di un negozio. Gli scontri con la polizia erano già cominciati poco prima, in piazzale Medaglie d’oro, quando gli agenti hanno provato a fermare il corteo. Gli anarchici hanno tentato di sfondare il cordone di sicurezza, per essere poi respinti con manganelli e scudi. Man mano che il corteo è indietreggiato, gli anarchici hanno colpito qualsiasi cosa gli capitasse: dai motorini parcheggiati, ad altre vetrine, mentre continuava il lancio di bottiglie e sassi contro gli agenti per tenerli a distanza.

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