Una membrana fredda dal cuore caldo: Terni, conosciuta come la “Manchester italiana‘” per il grigiore dalle numerose acciaierie e cuore dell’archeologia industriale italiana, è anche il nido del padre dell’amore, San Valentino.
Terni : l’amore è in città
Tra un’industria e l’altra, si può scorgere all’interno della città, l’esistenza di una Terni romano –medievale, ricostruita in chiave moderna dopo la Seconda Guerra Mondiale, le cui fondamenta racchiudono la sua identità di città dell’amore. A segnare il romanticismo del luogo è stata sicuramente la presenza di San Valentino, patrono degli innamorati e primo Vescovo di Terni, nella quale città si racchiude la sua opera in segno dell’amore.
Le reliquie del Santo sono custodite all’interno della Basilica di San Valentino, costruita su un antico cimitero cristiano, luogo della tomba del martire e testimonianza ad oggi di una delle più importanti necropoli paleocristiane.
All’interno della Basilica si trova il pozzo di San Valentino, in cui gli innamorati di tutto il mondo, possono lasciare le loro lettere come testimonianza del loro amore.
Ogni anno la Basilica, ospita pochi giorni prima del 14 febbraio, la festa della Promessa, una celebrazione dell’amore, in cui numerose coppie di futuri sposi, vengono da ogni parte del mondo per suggellare la promessa del matrimonio entro l’anno.
Terni : luogo di romantiche leggende
Si narra che Valentino di Terni, soleva regalare una rosa del suo giardino a tutti gli innamorati, per donare loro una felice unione. Sentendo un giorno bisticciare due fidanzati al di là della sua siepe, il vecchio Valentino andò loro incontro porgendo una rosa del suo giardino. L’anziano signore consigliò ai due di stringere insieme il gambo del fiore per unirsi in un “COR UNUM”, un “solo cuore”. La semplicità e genuinità del gesto, ebbe la capacità di calmare la lite tra i fidanzati.
Un’altra leggenda romantica trova origine proprio nel sito delle attuali acciaierie: durante degli scavi a Pentima, fu rinvenuto un sarcofago contenente gli scheletri di due giovani uniti da un anello di ferro: Serapia e Sabino.
La storia d’amore di Serapia e Sabino è la storia di un amore ostacolato. Lei cristiana e lui pagano, le famiglie non volevano accettare in alcun modo l’unione dei due. Per amore, Sabino acconsentì a farsi istruire e battezzare dal Vescovo; tuttavia, superato l’ostacolo della religione, ne subentrò un altro: Serapia si ammalò di tisi.
Il giovane disperato, supplicò il Vescovo di non lasciarlo nel martirio della separazione dalla sua amata. Il Vescovo Valentino, ai piedi del letto della moribonda, unì sotto il potere del Signore i cuori dei due in un sonno beatificante, così da poter restare insieme per il resto dell’eternità, uniti da quell’anello di ferro conosciuto come “bracciale nuziale”.
Martina Capitani
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