In Lombardia il governatore uscente è in testa con il 52%, seguito da Majorino al 34,7. Flop Moratti: è al 10% e nel Lazio l’ex capo della Croce rossa è al 49,3%, D’Amato (centrosinistra) al 36,7%, Bianchi (M5s) al 11,9. Affluenza ai minimi storici: 40%
Elezioni Regionali 2023, Lazio e Lombardia: un grande cambiamento
Dopo cinque anni Lombardia e Lazio sono tornati al voto per formare la nuova squadra di governo regionale. In Lombardia, il presidente uscente della Lega Attilio Fontana è uno dei 4 candidati, mentre concorrono per il centro sinistra e il M5S Pierfrancesco Majorini, per il terzo polo Letizia Moratti e per Unione popolare Mara Ghidorzi. Nel Lazio, governato dal Pd con Daniele Leodori, i candidati sono Alessio D’Amato per centro sinistra e terzo polo, Francesco Rocca per il centro destra, Donatella Bianchi per il M5S, Rosa Rinaldi per Unione popolare e Sonia Pecorilli per il Partito comunista italiano. Risultati e analisi in diretta sul sito e sui social del Sole 24 Ore, lunedì 13 febbraio alle 18, con i vicedirettori Daniele Bellasio e Alberto Orioli, il direttore di YouTrend Lorenzo Pregliasco e i giornalisti del Sole 24 Ore Sara Monaci, Barbara Fiammeri, Emilia Patta e Riccardo Ferrazza.
Per quanto riguarda le liste, Fratelli d’Italia è ampiamente il primo partito con il 33,71 per cento, quasi 14 punti percentuali in più del Partito Democratico, al 20,14 per cento. Il terzo partito è il Movimento 5 Stelle con circa l’8,6 per cento, mentre Lega e Forza Italia sono entrambe sopra l’8 per cento. Il risultato di Rocca era stato ampiamente previsto dai sondaggi pubblicati prima del voto: la gran parte lo dava in vantaggio su D’Amato di almeno 5-6 punti percentuali, alcuni anche di 10 punti. L’affluenza è stata estremamente bassa a queste regionali, nel Lazio è stata al 37,2 per cento, la più bassa di sempre per una regione italiana. Nel 2018 era stata del 66,4 per cento, ma si votava in un giorno solo e in concomitanza con le elezioni politiche.
Il Lazio viene da 10 anni di governo di centrosinistra in cui il presidente è stato Nicola Zingaretti, che in questo ruolo aveva guadagnato una visibilità tale da diventare segretario del Partito Democratico tra il 2019 e il 2021. Per Francesco Rocca invece questa era la prima candidatura politica: prima era stato presidente della Croce Rossa italiana e della Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (FICR), e ancora prima aveva avuto vari incarichi in ambito sanitario: direttore generale dell’ospedale Sant’Andrea di Roma; componente del consiglio di indirizzo dell’Istituto “Spallanzani” di Roma; commissario straordinario della ASL Napoli 2; e direttore generale dell’Istituto Dermatologico di Roma.
In campagna elettorale si è parlato del suo passato. Quando aveva 19 anni, infatti, Rocca fu condannato a tre anni e 7 milioni di lire di multa per spaccio di eroina. All’epoca entrò in contatto con un gruppo criminale proveniente dalla Nigeria che doveva vendere un grosso quantitativo di eroina nei quartieri a sud di Roma, verso il litorale di Ostia. Rocca accettò di fare da tramite, senza sapere che i Carabinieri stavano indagando proprio su quel giro. Venne arrestato e confessò poco dopo.
Le elezioni nelle due regioni più popolate d’Italia erano il primo banco di prova per il governo. Sui social Giorgia Meloni parla di “vittoria netta che consolida la compattezza del centrodestra e rafforza il lavoro del Governo”, mentre Enrico Letta rivendica la seconda posizione del Partito democratico che resta “primo partito dell’opposizione”. Per il segretario l'”Opa contro il Pd” si è rivoltata contro M5s e Terzo Polo. Secondo D’Amato i “veri sconfitti” sono i Cinque Stelle. Da Milano però Majorino, nel riconoscere la sconfitta, lamenta la mancanza di una leadership nazionale. Carlo Calenda tranchant: centro e sinistra “non sono mai stati in partita”