È avvenuta martedì l’ultima strage nel mediterraneo, durante il naufragio a bordo della nave c’erano almeno 80 migranti partiti dalla capitale libica per raggiungere le coste europee, 11 sono i corpi restituiti dal mare.
Prosegue nel silenzio generale la strage del mediterraneo
La nave affondata partiva da Qasr al-Khayar poco lontano dalla capitale libica e ospitava almeno 80 migranti. Attualmente si contano più di 60 dispersi ma sono presumibilmente morti visto la gravità del naufragio. Finora 11 sono i corpi che il mare ha restituito, arrivati con la marea sulle spiagge della Libia, solo 7 i sopravvissuti che sono stati immediatamente soccorsi e portati in ospedale.
Non è la prima delle tragedie di questo genere, infatti il naufragio avvenuto martedì ha fatto salire a 130 le vittime morte nella stessa rotta solo quest’anno, mentre l’Oim, l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni delle Nazioni Unite, da gennaio ad ora ha contato più di 1450 decessi in totali.
Il governo italiano ostacola i soccorsi?
La tratta del mediterraneo centrale resta la più mortale al mondo e causa ogni anno il maggior numero di morti, infatti molte ong internazionali a inizio anno hanno protestato denunciando la volontà del governo italiano di non intervenire e ostacolare l’assistenza dei migranti in difficoltà. Al riguardo l’Oim afferma:
È necessaria un’azione concreta da parte degli stati per aumentare la capacità di ricerca e soccorso, stabilire meccanismi di sbarco chiari e sicuri e percorsi di migrazione sicuri e regolari per ridurre i viaggi pericolosi
Si evidenzia infatti come l’assegnazione di porti molto più lontani per gli sbarchi riduce la capacità di assistenza e la tempestività nei soccorsi.
Simona Alba
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