Dopo il lancio della serie “La legge di Lidia Poët” scoppia lo scontro tra la città di Trani e Netflix. La polemica è divampata dopo una lettera dell’avvocata tranese e assessore Cecilia Di Lernia scritta a Netflix Italia e a diversi organi di stampa. In essa la donna rivendica come prima avvocata d’italia non la Poët ma la sua concitttadina Giustina Rocca vissuta tra il quattrocento e i primi del 500′
Lidia Poët, la polemica tra Trani e Netflix
Lidia Poët è la prima donna italiana ed essere iscrittta all‘Ordine degli avvocati nel 1920 dopo anni di battaglie legali contro il maschilismo e la discriminazione di genere dei suoi contemporanei. Sulla la sua stora è incetrata la nuova serie Netflix intitolata “La legge di Lidia Poët” lanciata lo scorso 15 febbraio. La definizione della Poët come prima avvocata d’italia non ha convinto però proprio tutti. In questi giorni è divampata un’accesa polemica tra la città di Trani e Netflix Italia proprio sulla serie dedicata alla Poët. Ad accendere la miccia è stata l’avvocato ed ex assessore di questo comune pugliese Cecilia Di Lernia che ha parlato della tranese Giustina Rocca, vissuta tra quattrocento e i primi del 500′, come prima avvocata d’Italia in una lettera indirizzata a Netflix Italia e a diversi organi distampa.
Chi è Giustina Rocca e la lettera della Di Lernia
Giustina Rocca è vissuta tra la metà del quattrocento e morta nel 1502 ed è considerata da molti la prima avvocata al mondo. “È Giustina Rocca di Trani il primo avvocato donna in Italia e nel mondo: a fine ‘400 esercitò la professione presso il Tribunale di Trani”, spiega infatti nella sua accorata lettera Cecilia Di Lernia. La Rocca è divenuta famosa per un lodo arbitrale del tribunale di Trani dovuto ad una questione ereditaria suscitata dai suoi stessi nipoti. Questo lodo è arrivato, spiega la Di Lernia , “l’8 aprile 1500 e da costei pronunciato in lingua volgare, anziché in latino secondo gli usi dell’epoca, per renderlo comprensibile al pubblico venuto per assistere alla pronuncia”.
“Ed invero”, conclude La Di Lernia, “la Corte di Giustizia dell’Unione europea – ha dedicato a Giustina Rocca nel dicembre 2022 una torre denominandola “Rocca” … la sua torre più alta. La Corte di giustizia dell’Unione europea ha ricordato così l’attaccamento della nostra illustre cittadina all’accessibilità al diritto e alla giustizia da parte di tutti e ribadendo, riprendendo la sua giurisprudenza, l’impegno a favore delle pari opportunità”. Non resta ora che aspettare la risposta di Netflix Italia mentre Trani difende la sua concittadina a cui è dedicata una scuola media ed una via.
Stefano Delle Cave
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