Il 22 aprile di cinquantasei anni fa debutta la Fiat 125. L’intento iniziale della Fiat era la proposta della 132, ma la produzione si rivelò troppo lenta. Da qui la necessità di proporre un modello più economico e abbordabile, in attesa del lancio della nuova vettura. Nel 1966 il progetto della nuova Fiat 125 viene affidato all’ingegnere Dante Giacosa. Questi dispone solo di diciotto mesi di tempo e un budget irrisorio per provare a conquistare il pubblico italiano. Giacosa vince la sfida, presentando il progetto ultimato ben tre mesi prima rispetto alla scadenza prestabilita.

Il debutto della Fiat 125 e la reazione del pubblico

Fiat 125 ruoteclassiche.quattroruote.it

Giacosa decide di lavorare alla composizione del nuovo veicolo con componenti di modelli esistenti. Secondo le fonti, si serve quindi del pianale della 1500 C, la carrozzeria della 124 berlina, modificata per l’occasione, e il motore della 124 sport. Il risultato si rivelerà sorprendentemente apprezzabile. Il frutto del lavoro di Giacosa dà vita a un’auto dalle linee moderne con un frontale più ampio, quattro fari quadrati, i profili cromati sulle fiancate e una coda tutta nuova. Sotto il cofano alloggia un motore potenziato da 1,6 litri che raggiunge la potenza massima di 90 cavalli. La trazione, invece, resta posteriore.

L’auto, grazie al lavoro dell’ingegnere, verrà presentata con tre mesi di anticipo rispetto ai tempi stabiliti, riscontrando il consenso di critica e pubblico. Fra gli aspetti più apprezzati gli interni spaziosi e confortevoli, il ritorno del cambio a cloche e il tergicristallo con comando ad intermittenza, il primo di serie dell’epoca. Tuttavia, l’assenza della quinta marcia -di cui invece dispone la Giulia Super- ed elementi come il finto legno della plancia sottolineano la scarsità degli investimenti. Dal 1967 vengono introdotti, su richiesta, il contagiri elettronico, l’antifurto e l’autoradio facendo dell’auto un prodotto al passo con i tempi.

Dalla classica Fiat 125 alla 125 S

Nel 1968, al Salone dell’automobile di Torino viene presentata la 125 S, che si distingueva dalla prima versione per via della maggior cura al dettaglio. Dalle cornici cromate sui passaruota, gli interni più eleganti e sofisticati -si pensi ai sedili con fascia centrale in tessuto- nuova consolle centrale con porta oggetti, plancia priva del finto legno, nuovo impianto di riscaldamento e nuovo rivestimento del pavimento con migliore insonorizzazione, luce nel vano motore e nel bagagliaio. Ma l’elemento più innovativo e apprezzato è il potenziamento del motore da 90 a 100 CV DIN a 6200 giri/min, mantenendo invariata la cilindrata e l’adozione della 5ª marcia, non di velocità ma di riposo, allo scopo di raggiungere la velocità massima di 170 km/h a circa 5.500 giri/min, contro i 160 della versione normale.

Vengono inoltre introdotti accessori opzionali di pregio quali l’aria condizionata, cerchi in lega leggera, lunotto termico, cristalli atermici. Nuove luci di cortesia e attacchi per il montaggio di un altoparlante nella parte posteriore. Diversi particolari in plastica dell’abitacolo, come le guarnizioni dei montanti e dei sedili anteriori, beneficiano di un miglioramento della finitura. Anche gli ultimi esemplari prodotti della 125 base furono equipaggiati con doppio circuito frenante. Il bagagliaio subisce una leggera riduzione della capacità, da 400 a 380 dm³, dovuta all’adozione del nuovo serbatoio da 50 litri anziché 45.

La berlina si rivela presto brillante nelle prestazioni, tanto da diventare la prima vettura della casa torinese a partecipare alle competizioni di rally. L’avventura nel mondo delle corse inizia nel ’69 nella neonata Fiat Squadra Corse per terminare nel 1977, conquistando l’ottavo posto in occasione del Safari Rally del 1973.

Joelle Cotza

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Crediti immagine: ruoteclassiche.quattroruote.it